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IL PRESTANOME regia di Martin Ritt

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dobel     7 / 10  27/08/2009 12:58:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L'ho visto per la prima volta ieri sera, quindi il mio commento è a caldo e forse poco ponderato, ma posso dire che mi è piaciuto. Leggero nel trattare temi scottanti, con un Woody Allen assolutamente in parte e un grande Zero Mostel. E' strano come i più grandi attori drammatici spesso risultino esse quelli comici. Così come una delle più grandi maschere tragiche del cinema ho sempre pensato fosse quella di Totò (per non parlare di Chaplin, anche se il termine tragico non è esattamente appropriato), quella di Mostel in questo bellissimo film risulta essere veramente toccante. Il dramma nasce dal contrasto (pensate al finale di 'Bohème' di Puccini, quando durante la svagata festa dei quattro amici giunge dalle scale Musetta urlando: "C'è Mimì che mi segue e che sta male (...) Nel far le scale più non si resse" e capirete cosa intendo!), e qui il contrasto fra la sua figura bizzarra e pienotta con quel cappellino troppo stretto e la sua disperazione per essere stato escluso completamente dalla propria carriera a causa della 'lista nera' non potrebbe essere più crudo.
Abbastanza liberatorio il finale. Non un capolavoro, intendiamoci, ma un film molto carino che vale la pena di essere visto; intelligente, leggero, e nello stesso tempo drammatico nel riproporre un periodo storico che getta molte ombre sulla democrazia americana.
dobel  27/08/2009 13:01:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Vorrei solo aggiungere che la parte interpretata da Mostel è quella di un comico che non sa nemmeno cosa sia la politica; vive nel proprio mondo infantile e viene messo in mezzo per sbaglio. Ulteriore contrasto con la sua fine tragica, e ulteriore motivo di riflessione sui principi evocati dalla 'caccia alle streghe'.