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COME HARRY DIVENNE UN ALBERO regia di Goran Paskaljevic

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7 / 10  01/04/2009 14:56:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Storia dal sapore surreale ambientata negli anni venti,capace di miscelare svariate influenze culturali,a partire dallo spunto di partenza,ovvero un racconto cinese,per continuare con l’ambientazione irlandese per concludere con il regista,il serbo Goran Paskaljevic.
Ciò che ne esce è un amaro trattato sulla meschinità umana,grazie al quale Paskaljevic illustra ancora una volta l’idiozia dei conflitti umani,già affrontata seppur con tono molto più tragico ne “La polveriera”.
Il tema da parte dell’autore è sentito,e non potrebbe essere altrimenti considerato che il suo paese natio,la ex Jugoslavia,è stato devastato dal conflitto di cui tutti sappiamo.
Ciò che l’autore tende a dimostrare è come l’odio nasca spesso senza motivazioni valide e come questi tragga sostentamento da futili motivi,che possono essere,come in questo caso,determinati da invidie causate da un’esistenza insoddisfacente e pregna di amarezze.
Ed è infatti ciò che succede al protagonista,uno strepitoso Colm Meaney,che decide di mettersi contro l’uomo più facoltoso di Skillet,il piccolo villaggio in cui risiedono i protagonisti di questa folle storia.Da piccoli e quasi infantili dispetti la situazione degenererà ben presto sino a raggiungere inevitabili sviluppi drammatici,i quali purtroppo, come illustrato nel bel finale, non serviranno assolutamente da monito contro l’assurdo e cieco antagonismo venutosi a creare.
Se il messaggio di fondo appare importante e ben esplicitato non tutto scorre al meglio,si avverte la sensazione che sia presente qualche lungaggine di troppo che a tratti rende la narrazione poco agile,senza poi contare che qualche snodo si sarebbe potuto approfondire maggiormente.
Piccoli difetti per una pellicola che si attesta comunque su un pregevole livello.