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47 MORTO CHE PARLA regia di Carlo Ludovico Bragaglia

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Invia una mail all'autore del commento domeXna79     7½ / 10  20/02/2007 23:58:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Commedia con ampie luci e piccole ombre ispirata all’opera di Moliere.
Ricordato soprattutto per la famosa frase, più spesso ripetuta, del “..ed io pago!” (entrata ormai nel lessico comune), il film si struttura prevalentemente sulla principale caratteristica del barone Peletti, ovvero la sua famosa avarizia, che lo spinge a ricercare ogni possibile stratagemma per evitare di spendere del denaro (memorabile la gag in macelleria per evitar di pagare o i soldi richiesti al povero mendicante per l’alloggiamento sul portone del palazzo “fronte strada”) ..da apprezzare il fatto di aver costruito un personaggio ben caratterizzato (con particolari movenze ed esclamazioni), certamente diverso dalla classica figura della macchietta che spesso ha indossato il grande comico napoletano.
Molte gag vengono giocate proprio sulla tirchieria del protagonista, dalle quali si dipanano situazioni divertenti e paradossali (le istruzioni impartite al maggiordomo Gondrano per la preparazione della bistecca con il contagocce dell’olio), questo soprattutto nella sua prima parte, a differenza della seconda nella quale risulta preponderante un taglio più dinamico o avventuroso (la ricerca affannosa della preziosa cassetta), ma meno coinvolgente e con situazioni troppo forzate, pur se non mancano le simpatiche battute pronunciate dal piccolo barone ..il finale è un po’ sbrigativo e decisamente scialbo (il ritorno dalla Sardegna sul classico asinello), forse una conclusione migliore sarebbe stata opportuna.
Accanto alla ottima prova interpretativa di Totò, possono ricordarsi i bravissimi caratteristi come Carlo Croccolo, Mario Castellani, invece inutile ed alquanto deludente quella di Silvana Pampanini ..apprezzabile la regia di Carlo Ludovico Bragaglia.
Film recitato ai massimi livelli da un grande Totò e su una buona sceneggiatura ..da vedere!