Mpo1 6½ / 10 14/03/2021 22:20:11 » Rispondi Bergman lo considerava il suo primo film importante. Bello per quanto riguarda regia e fotografia, è però meno riuscito sul piano della sceneggiatura. Interessanti sono soprattutto alcune anticipazioni dei film successivi, in particolare la scena in cui un'inquietante vecchia e un prete giocano a scacchi… Come accadrà in molti film seguenti di Bergman, anche qui diversi momenti sembrano quasi uscire da un horror. Il film può costituire un dittico sia con il precedente "Verso la gioia" (con cui condivide parte del cast e una trama simile) che con il successivo "Monica e il desiderio" (entrambi hanno al centro un breve amore estivo giovanile). Nonostante il film sia uscito in Italia nel 1961, dieci anni dopo l'uscita in Svezia, la censura italica è come al solito intervenuta in più punti, in particolare modificando in una scena le parole della protagonista, che nell'originale diceva più o meno: "Non credo che Dio esista. E anche se esiste, lo odio. E lo odierò per sempre. Se fosse davanti a me, gli sputerei in faccia." In italiano diventa un più blando: "Il destino è crudele: ti offre una gioia, ti fa sperare, e poi di colpo ti abbandona." Quanta bigotteria!
Trovo terribile la scena in cui la protagonista dice che, essendo morto il suo padrone, è meglio sparare al cane perché non soffra più… ma non si poteva trovargli un nuovo padrone? Dopo questa crudeltà, è difficile continuare a simpatizzare per la protagonista e le sue pene…