Pink Floyd 10 / 10 04/06/2007 22:48:16 » Rispondi Chiamo a raccolta tutti gli amanti di Silvio Orlando e del buon cinema in generale per aprire un dibattito: non mi sembra equo il numero e la qualità dei commenti attribuiti dai cinefili a questo piccolo grande capolavoro marcato Italia. Per non parlare della discutibilissima media! Ragazzi, ma solo a me ha suscitato forti emozioni questo film? Possibile? Siamo di fronte a una prova a dir poco sublime dell'attore partenopeo, che in questi 125 minuti dà libero sfogo alla sua maestria: a tal proposito la regia di Riccardo Milani si presta benissimo nell' esaltarne le doti lasciandogli campo libero per la più parte del tempo. Ho l'impressione questo lavoro sia stato letteralmente ignorato o quantomeno male interpretato. Già la classificazione dell'opera non mi convince: personalmente non parlerei di commedia nella maniera più assoluta, essendo la pellicola in questione ben lontana dalle strutture di faustità e comicità che caratterizzano questo genere; piuttosto che cercare la risata o di far trascorrere ore liete "auguri professore" invita alla riflessione tramite un'interpretazione a tutto campo dell'eccellente Orlando. Anzitutto è da rimarcare la notevole divergenza con "la scuola" di Daniele Luchetti (vedi commento) per contenuti, tematiche affrontate, caratteristiche dell'operato: in "auguri professore" siamo dinanzi ad una poetica riflessione sulla vita di un uomo. Un uomo che si è fatto da se, proveniente dalla miseria di un sud ingrato che l'ha costretto a fuggire; un sud bello, vero, autentico, ma poco generoso con chi davvero possiede le qualità ma non i mezzi per emergere. Così ci troviamo a seguire il percorso di vita del Professor Lipari ed ai momenti che l'hanno caratterizzata, dalla sua formazione ai primi anni di insegnamento, alla mezza età. Il film si snocciola in un'accurata analisi sull'iter dell'uomo, sulle difficoltà del mestiere e sui risvolti psicologici e formativi che esercitano su questi e sul popolo l'ambiente, le condizioni economiche la professione, la classe sociale in una miscela di ricordi ed emozioni. Silvio Orlando si supera nella sua opera più intimista.
Obbligato a confrontarsi quotidianamente ad una realtà infelice, costretto a respirare l'aria di un sistema avido, il destino gli offre due opzioni "Vicenzì, lo studio è sacrificio e il lavoro è 'na chiavica. Che scegli?". Vicenzì sceglierà la dura strada del sacrificio, memore della difficile realtà delle sue terre. E così il mancato scugnizzo si fa strada, si laurea e inizia a lavorare. Incomincia da un paesello dimenticato da Dio dove i soprusi e i favoritismi la fanno da padrone: è proprio qui che il suo animo da uomo giusto si forgia comletamente; è il suo trampolino di lancio e decide di combattere l'inerzia di un sistema marcio, saturo, obsoleto che coinvolge ogni settore, nello specifico la giurisprudenza e l'istruzione. Nella sua personalissima lotta per cambiare il mondo il docente si troverà a dover combattere contro notevoli problemi quali il pregiuzio, l'ignoranza, la meschinità, la formalità di molta gente a cui sempre troverà uno sfogo: gli alunni. La sua voglia di insegnare, di far conoscere, di sfornare menti è un vero e proprio amore e battaglia continua. Tuttavia si trova a mezza età con i dovuti problemi dei 40anni che si vanno a cumulanre alla sfiducia di una lotta contro i mulini a vento; il risultato è un'inerzia dovuta alla disillusione. A ridestare il leone dormiente sarà una sua ex alunna divenuta poi collega (molto ben raffigurata da Claudia Pandolfi) con la quale intreccerà uno strano rapporto di invidia-amore nel ricordo di quello che fu l'anno passato tra i banchi di scuola insieme vent'anni prima. Così il Professor Lipari, si sovviene del suo percorso formativo: dai D'Annunzio imparati a memoria alle punizioni corporali, alle continue umilizioni subìte, per finire alla visione pessimistica della vita del Leopardi e del Manzoni (finalmente qualcuno che ne parla!). Un lungo back-ground che si sovrappone alla sua personale immobilità dinanzi allo scorrere del tempo, che lo porterà a farsi sfuggire la sua amata. Splendido il finale amaro nel ricordo di Triglia, l'alunno scomparso, allo stesso tempo suo mentore.