ScemoChiLegge 7 / 10 27/02/2012 14:31:44 » Rispondi Il film merita di essere guardato perchè la regia è ottima, gli interpreti validi e l'idea molto originale. Successivamente ci si può fermare a riflettere su quanto e cosa lasci questa esperienza cinematografica. Dal punto di vista emozionale credo sia indispensabile, per riuscire ad apprezzare totalmente un film come La 25a ora, entrare in grande empatia con il protagonista, Monty. Se ciò non accade, le 24+1 ore rimastegli non verranno percepite in tutta la loro drammaticità. Questo è proprio quello che è accaduto a me. E me ne dispiaccio. Riflettendo sul perchè di questo disdicevole avvenimento, individuo la causa in una caratterizzazione incompleta di Monty, come personaggio. Il turbamento, il dramma, la grande paura non sono sottolineati abbastanza (o comunque non in modo puntuale); a volte mi sembrava si comportasse in modo troppo distaccato. Cosa faremmo o come ci sentiremmo noi se avessimo solo 24 ore di libertà? Paradossalmente il mio interesse era maggiore verso i due amici di Monty, molto ben delineati e interessanti; cosa prova davvero Frank: rimpianto, si sente in colpa? Lo sfogo violento dei suoi pugni alla fine del film, simboleggia forse le parole mai dette, i tentativi mai fatti?
E poi arriva la 25a ora, il viaggio col padre e la nuova possibilità, la scelta di salvezza. Ma quanto questo viaggio immaginario nel futuro è possibile realtà o semplice illusione del padre, la vita serena che ogni genitore sogna per i propri figli? Forse è un qualche senso di colpa a creare questo impossibile lieto fine, cercando all'ultimo di rimediare, di consolare. Probabilmente il volto insanguinato di Monty riconosce bene l'irrealizzabilità della "profezia", probabilmente sa benissimo che ormai per lui non esiste scelta, la via da seguire è unica. Probabilmente......