Hana Tsukishima 8 / 10 08/11/2020 09:59:39 » Rispondi Un bel prodotto scorretto, dove i disabili protagonisti si ritrovano ad essere discriminati, percossi, e trattati come un peso dalla società con una certa evidenza, pur non mancando di comportarsi a loro volta in modo discutibile. Queste prime righe potrebbero rimandare al parziale sunto, fondamentalmente, di un film drammatico, che forse in fondo é tale, ma in cui una grande sceneggiatura, coadiuvata da grandi prove attoriali e da una superba colonna sonora, riesce a far passare il messaggio delle disavventure degli svantaggiati Greggio e Pozzetto in modo incredibilmente leggero e simpatico, strappando anche grasse risate. Vuoi per i ceffoni geniali filtrati con gli effetti sonori presi dal filone "pugilistico" di Bud Spencer e Terence Hill che fanno sembrare tutto una burla, vuoi per un Greggio credibiilissimo, leggero, rampante nella sua voglia d'avventura, ("No, non vengo in discoteca, c'é troppo rumore per dormire") ma così naturale dal non far essere importante che il tipo di cieco da lui interpretato possa esistere o meno, vuoi per lo spontaneo candore e la compostezza di un Pozzetto in forma, questo film fa la differenza. tocchi di classe non mancano
come i dettagli della foto di un Pozzetto in moto e quindi fermo e felice, a cui per opposizione si compensa con lo stesso attore infelice e travolto dall'auto dell'industriale Petrilli in una sequenza in movimento poco dopo, in un flashback
Come la preparazione al colpo di scena e il colpo di scena stesso, proseguendo, in cui le due ladre derubano i due protagonisti, fatto di un avvicinamento emotivo ben cadenzato, fornito di figure retoriche azzeccate e familiari sull'amicizia e suggellato da un perentorio "meglio se sono lesbiche, tra noi diversi ci si capisce di più", che fanno pensare che i quattro proseguiranno il viaggio insieme fino alla fine, pur essendoci già state delle avvisaglie che dovrebbero far pensare il contrario, che però risultano irrilevanti agli occhi dello spettatore.
Infine la regia di Parenti é pulita e incisiva nei momenti giusti, come quando in certi frangenti di tensione enfatizza come i protagonisti possano fare davvero una cosa sbagliata, venendo ripresi da sotto e apparendo come dei giganti che, rimandando forse all'iconografia e all'immaginario classico fanno quello che dicono. Insomma, siamo davanti a un film colto, scritto magnificamente, ben interpreto, divertente, scorretto, di denuncia ma anche pieno di umanità. Una perla che spero venga rivalutata come un classico della commedia all'italiana nel tempo anche dai critici, pur essendo già entrata di diritto già da tanti anni (visto le tantissime repliche televisive) nel cuore di tante persone.