Brundle-fly 9½ / 10 12/12/2008 15:32:13 » Rispondi DIRITTO DI PROTESTA Se poi uno smette d'avercela con se stesso, con gli altri, con un qualche Di0 (ho seguito le 3 metafisiche speciali wolffiane), allora c’è pure il diritto alla pseudo-bestemmia. Finché non si decideranno per il 5° dogma mariano, per la Mad0nna corredentrice e quindi per il teismo cattolico uno e quadruplo (quattrino?) (per info: la voce di WP su Nestorio, in parte modificata da me), allora inveire contro la madre di Ges.ù non è tecnicamente, teologicamente e legalmente considerato una bestemmia: Maria per adesso può essere solo oggetto di venerazione ma non d’adorazione. Insomma non è stata ancora ufficialmente-ecclesialmente divinizzata, cosicché chi eccede nel suo culto si becca l’accusa d’idolatria. Bellocchio gioca proprio su questo distinguo e ne “L’ora di religione (Il sorriso di mia madre)”, del 2002, spara la più bella (NON)bestemmia nella storia del cinema. Per giunta scegliendo come protagonista non uno a caso, ma proprio quell’attore che era appena diventato famoso nell’alveo nazionalpopolare televisivo come il perfetto interprete di padre/santo Pio: Castellitto. Finita l’epoca del prendersela con la famiglia e la borghesia, oggi il film d’esordio dal titolo rimbaudiano, “I pugni in tasca” (1965: mio coetaneo), non avrebbe più senso, quindi si passa ad attaccare la struttura ideologica di fondo, gli atavici condizionamenti socioculturali. Insultare Maria è il “segno” di questo mutamento di bersaglio: l’inaudita sacralità della blasfemia. Merito al Mereghetti per averlo riconosciuto e premiato col max delle stellette.
Per approfondimenti: il forum interno http://www.filmscoop.it/forum/search.asp?KW=Vorrei+tanto&SM=1&SI=TC&FM=37&OB=1 (alle pp. 221-223).
Mauro Lanari 03/01/2011 06:59:42 » Rispondi Cala, cala: "L'ora di religione (Il sorriso di mia madre)" inizia a casa del pittore Picciafuoco, probabilmente Feuer-bach, "torrente di fuoco", l’inauguratore del moderno ateismo proiettivo, col piccolo figlio impegnato a litigare contro un Di0 spione e guardone identico a quello della biografia di Sartre e del suo ateismo postulatorio. Subito dopo Castellitto fotoritocca la "Gradiva", bassorilievo divenuto prima romanzo di Jensen e poi saggio di Freud, padre dell’ateismo edipicamente psicologico. Dall’esordio nel '65 Bellocchio ancora critica il familiarismo borghese nelle fondamenta ideologiche, ma stavolta fino alle radici religiose, e religiose inconsce quanto il beota e onirico flirt che Picciafuoco immagina d’avere con l’inesistente professoressa di religione del figlio. Compendio della fallimentare storia dell'ateismo otto-novecentesco, da tanto sfascio si salva solo il fratello bestemmiatore Placido; placido, appunto: candido, animo semplice, evangelico povero di spirito, versione aggiornata dell'altrettanto ideologica mitizzazione d'un proletariato antifascista da ingenuo buon selvaggio, matricida e psichiatrizzato.
Rask 17/08/2009 11:37:52 » Rispondi Non si inveisce solo contro la *******, riguardati la scena madre.
Mauro Lanari 03/01/2011 06:58:28 » Rispondi Vero. E' anche contro la scena Padre. La bestemmia reale c'è sul serio, altrimenti il prendersela solo con la Madònna sarebbe roba da un "Caos calmo" qualsiasi.