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MANIE MANIE - I RACCONTI DEL LABIRINTO regia di Yoshiaki Kawajiri, Katsuhiro Otomo, Rintaro

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Pierre Bezuchov     9 / 10  09/11/2009 22:55:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Quando tre maestri assoluti dell'animazione collaborano e mescolano i temi di maggiore spessore a loro più cari integrandosi l'uno con l'altro, il risultato non può che essere un piccolo capolavoro, allucinante, intenso, indagatore.

Scelgo di non fare commenti separati come exodus e andre, perchè secondo me i tre corti, benchè molto diversi, sono legati profondamente, sia nella struttura che nella sostanza, e non possono prescindere l'uno dall'altro.

Il filo conduttore di tutto è il teatro: la rappresentazione della vita umana stravolta e affannosa composta da una trafila di burattini a volte spassosi a volte tragici guidati (trascinati) da passioni sistema idiosincrasie quotidianeità.
Non a caso i due corti di Otomo e Kawajiri sono i soli a parlare di 'umanità', messi in scena dal teatrino francese del primo che invece di essere il più 'normale' (ma cosa sta tagliando la madre?) sfocia in una girandola di surrealità grottesca; ambientati in psico-metropoli (l'una del vizio, l'altra della produttività fine a se stessa) emblemi delle deviazioni più evidenti della nostra epoca, consumo fretta protagonismo sfruttamento... tutto questo visto attraverso i sogni di evasione di una bambina (manca solo il fauno in effeti) - o forse sono fantasie più razionali, o inconscie suscitate dalla troppa televisione, o magari lei entra davvero nello specchio in un vortice in una dimensione parallela/paese delle meraviglie (o delle mostruosità) dove un dio/pierrot ci mostrerà beffardo le sue aberranti creazioni in un teatrino delle pulci grande quanto l'universo ogni volta che vorremo. O magari la bambina non c'entra niente; magari è tutto frutto delle speculazioni fenomenologiche del gatto, che noncurante estende il suo giudizio sprezzante sull'umana natura (e qui Soseki sarebbe d'accordo con me).