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LA BAMBOLA DEL DIAVOLO regia di Tod Browning

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hghgg     8½ / 10  07/11/2014 11:44:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Durante i primi minuti di questo film devo ammettere che un velo di delusione si era impossessato di me: stavo assistendo ad un qualcosa di poco appassionante, banale, forzato e abbastanza mal scritto nei dialoghi e nelle situazioni, con due evasi di cui uno è il classico e banalissimo scienziato pazzo (in realtà personaggio fondamentale per il proseguo della storia) che nel suo caso si è deciso a rimpicciolire tutti gli esseri umani per renderli perfetti e migliorare le sorti del pianeta, si vabbè. Fortunatamente il matto muore dopo 10 minuti e qui inizia il film, con l'altro evaso, banchiere incastrato dai tre soci,rovinato e condannato ingiustamente a scontare 17 anni di carcere, che utilizzerà la formula dell'amico scienziato per compiere la sua vendetta, accompagnato dalla moglie (matta pure lei) del suddetto scienziato.

Mano a mano che va avanti il film cresce moltissimo, diventa sempre più appassionante, tridimensionale nelle tematiche trattate e nella psicologia dei personaggi, e allora comincia a spiegarsi il motivo del perché nei titoli di testa si leggeva il nome di Von Stroheim tra gli sceneggiatori e il nome di Browning alla regia.

Tra l'altro il titolo è anche piuttosto fuorviante se non altro per come non trasmette la vera anima del film e la profondità drammatica che riesce a raggiungere nel finale superando di gran lunga i limiti del genere horror.

Per il resto c'è poco da dire e tanto da guardare, tra le sequenze straordinarie in cui le "bambole umane" prendono vita (effetti speciali ad oggi molto rudimentali ma per quanto mi riguarda ancora estremamente validi e affascinanti) e colpiscono guidate dalla mente del protagonista e le scene in cui questi tenta di ricostruire il rapporto con la sua famiglia distrutta da vecchi inganni; il rapporto con la figlia, che lo crede colpevole e nemmeno ne ricorda il volto, è trattato da Von Stroheim e gli altri sceneggiatori in maniera sublime, con un'evoluzione narrativa perfetta e ragionatissima, come la parte più umana e drammatica del film da mettere in contrasto con la componente horror-fantascientifica.

Così quando mirabilmente quest'ultima componente giunge a conclusione dopo una parte di grande regia e di palpabile tensione, Browning suggella il tutto con un finale che personalmente ho trovato straordinario, intenso e anche sinceramente commovente, punto più alto di un film in continuo crescendo e diamo atto di ciò a una sceneggiatura che ha saputo regalarci un finale sfaccettato, drammatico, complesso, privo di difetti. Un punto di non-ritorno per il protagonista, divenire colpevole per provare la propria innocenza e riconquistare il rispetto e l'amore della figlia, per poi lasciarla vivere serenamente scomparendo nell'ombra. Ripeto il finale è meraviglioso e vale il prezzo del biglietto, Browning ha girato una delle sue migliori scene e Von Stroheim ha scritto qualcosa di eccezionale, quel confronto padre-figlia in cima alla Tour Eiffel è storia del cinema per il sottoscritto, per sfaccettature psicologiche, drammaticità e intensità, oltre che per le prove degli attori. Un destino da cui non si può sfuggire e una figlia in fondo ritrovata, tutto qui.

Esclusi i primi tremendi 10 minuti comunque tutto il film è ottimo, ottimo l'intreccio che si sviluppa, ottime le soluzioni adottate, tante le ottime sequenze e così via.

Lionel Barrymore è monumentale in questa interpretazione, travestito da innocua vecchietta per buona parte del film; ma non è solo il trasformismo a fare grande la sua interpretazione: Barrymore cattura e rende perfettamente ogni sfaccettatura del suo personaggio, l'impeto vendicativo, il dramma familiare, l'odio per chi l'ha rovinato e l'amore per la figlia. Inutile dire che nella scena finale la sua interpretazione diventa un qualcosa di semplicemente straordinario; molto brava anche Maureen O'Sullivan anche lei, soprattutto in quella scena lì. Barrymore però è semplicemente da 92 minuti di applausi.

Un film eccezionale quindi, ancor più nobilitato da un finale meraviglioso, perfetto, sceneggiato e recitato spaventosamente bene.

Una delle vette del cinema di Tod Browning che se proprio doveva chiudere qui la carriera allora non avrebbe potuto farlo in modo migliore.