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LA BAMBOLA DEL DIAVOLO regia di Tod Browning

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JOKER1926     8 / 10  19/09/2014 02:29:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Tod Browning è parte integrante dell'arte che ha rappresentato, il suo nome entra perentoriamente negli albi grazie all'incredibile proiezione dei "mostri", quella del 1932, "Freaks".
Ma il percorso artistico di Tod Browning non si fermò al film menzionato, un'altra grande manovra cinematografica dello stesso si consumò a distanza di quattro anni.
La regia americana con "La bambola del diavolo" va ad ottenere la consacrazione totale e quella più vera.
Il concetto di consacrazione, però, ce lo teniamo per noi; ossia parliamo di una consacrazione "simbolica" che il critico cinematografico appura ed affibbia dopo anni di ricerca circa la settima arte (il cinema). Se "Freaks" e "la bambola del diavolo" appartengono alla stessa mente allora la cosa diventa maledettamente appassionante.


"La bambola del diavolo" curiosamente parte da un titolo forse esagerato e vertente, smodatamente, nel concetto dell'horror. A nostro avviso le nozioni horror adoperate da Tod Browning sono sicuramente simboliche (e svolgono piccole funzioni morali e sociali), ma in effetti, a valere infinitamente, vero scopo del regista, è quello di mettere in scena una storia incredibile che si consuma in un sentimento potente e platonico; il dramma alberga ovunque.
Convince pienamente una trama inusuale, in genere i plot, anche quelli che riguardano canovacci fantascientifici, se la prendono comoda; con "La bambola del diavolo" il plot è così azzardato ed incredibile che porta automaticamente lo spettatore ad aprirsi alla visione, l'attrazione e la stranezza che attornia la pellicola è un richiamo invincibile. In pratica le premesse si trasformano in qualcosa di mai visto.
Il virgolettato di "mai visto" potrebbe suonare come prassi ed escamotage retorico, ma non è così.

"La bambola del diavolo" è cinema d'autore che colpisce tutti, dopo la visione la logica trema; come è possibile che un regista sia arrivato a fare con la camera certe cose?
Si raggiungono, a più gittate, vertici artistici commoventi; sale il pathos e la storia colma di meravigliose stravaganze è ineccepibile. In più, nel corso della visione, è possibile cadere in delirio; alcune sequenze con la fatidica anziana signora stimolano, simultaneamente, l'ideazione dell'assurdo e della comicità. Ma i risultati, specie quelli di un epilogo clamoroso, sono di altissima prominenza.
Parlando della produzione del 1936 possiamo facilmente e felicemente dire che sono, in fondo, queste pellicole a scrivere la storia, dinamismo e genialità all'impazzata. Sono esempi così assoluti che ad oggi latitano da qualsiasi scompartimento e collocazione. Non parliamo di un horror o di un thriller, abbiamo a che fare con un film totale che non accetta compromessi. Tod Browning come Fritz Lang, il film oltre lo stesso genere.