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IL CODICE DA VINCI regia di Ron Howard

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saw_88     8½ / 10  05/06/2006 16:16:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Anche se non mi ha sconvolto più di tanto, perchè ero già a conoscenza dei fatti ecclesiastici che mostra il film, a me è piaciuto parecchio, perchè è un giallo di notevole livello e con vari colpi di scena, poi a volte si creano momenti di spavento che ti fanno saltare, più di tanti films horror degli ultimi periodi. Per me si merita 8 e 1/2, molta gente gli da brutti voti senza nemmeno vederlo o solo perhè sono prevenuti o sono troppo cristiani da non ammettere nessuna cosa che metta in dubbio la propria fede; comunque penso che se una persona ha davvero fede non si dovrebbe far condizionare da un films.
Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  05/06/2006 21:29:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Io sono pressochè ateo. Ciononostante il film mi ha fatto schifo. Devo preoccuparmi?
Dandy  07/06/2006 14:33:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
No... io sono Cristiana e non lo giudico da buttare... devo preoccuparmi io!
Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  07/06/2006 16:17:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Se vuoi facciamo a cambio...
Dandy  07/06/2006 16:21:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Allora preoccupiamoci tutti e due insieme
Invia una mail all'autore del commento thohà  08/06/2006 15:37:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Comincio a preoccuparmi per tutti e due :-)
Dandy  08/06/2006 22:11:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ecco abbiamo fatto preoccupare pure Thoha
rox special  09/06/2006 13:55:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
e io sono preoccupato che avete fatto preoccupare thohà
Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  09/06/2006 20:05:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non dirmi così, sennò mi fai preoccupare!
Invia una mail all'autore del commento thohà  10/06/2006 14:52:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Adesso sono preoccupata perché Rox è preoccupato per me.
Un piccolo ricovero per tutti?
frine  15/06/2006 01:54:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Personalmente non sono preoccupata affatto.
Il "Codice da Vinci" è solo un giallo, secondo me piacevole e avvincente, secondo altri noioso e mal recitato. Niente di grave.
L'opera (libro o film: per ora tralascio le distinzioni) è un fortunato mix di cose vere e sballate. Al lettore/spettatore il compito di approfondire la questione, se vuole. L'importante è non prendere troppo sul serio la cosa: ma, al tempo stesso, sarebbe ingiusto buttar via l'acqua con anche il bambino.
Alcune cose meritano seria attenzione: ad esempio il "Malleus Maleficarum",superstizioso e terrificante punto di riferimento della "caccia alle streghe". Spesso, le 'streghe' erano ostetriche, o addirittura donne-medico che non avevano alcuna chance di rendersi credibili senza il ricorso a diffuse credenze popolari. E qui si potrebbe chiamare in causa la tradizione ermetica: una bufala, è vero, su cui però si basa il neoplatonismo italico...
Insomma, ci sarebbe da discutere per mesi. Ma senza farsi prendere dal panico:-)
Invia una mail all'autore del commento angelowilliam  05/06/2006 20:36:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ciao Saw, leggi questo articolo, grazie.


Le bugie di Dan Brown


17/05/2006 - Il Codice da Vinci "non ha alcuna attendibilità storica". Lo dice lo storico Franco Cardini



Il successo – planetario - è scontato. La Sony, dopo aver messo sul piatto 125 milioni di dollari, pensa di incassarne globalmente 800. Il film apre oggi la cinquantanovesima edizione del festival di Cannes ed esce il 19 maggio in tutto il mondo. Tre i protagonisti: Ron Howard in regia, Tom Hanks nei panni del professore Robert Langdon, Audrey Taotou in quelli della crittografa Sophie Neveu. Unica l’origine: il bestseller omonimo di Dan Brown, Il Codice da Vinci. A decrittarlo abbiamo chiamato Franco Cardini, professore di storia medievale all’Università di Firenze, saggista e romanziere.

Sono sostenibili storicamente le tesi prospettate dal Codice da Vinci di Dan Brown e ora trasposte nel film omonimo di Ron Howard?
Non vi è alcun rapporto con la realtà storica. L’Opus Dei di cui parla Dan Brown è inesistente, i documenti storici che presenta, come quelli riguardanti il cosiddetto Priorato di Sion, sono falsi acclarati da almeno trent’anni. La confusione che Brown fa tra i manoscritti ritrovati nell’oasi egiziana di Nag Hammadi, che sono testi gnostici, e quelli trovati a Qumran sul Mar Morto, che sono testi essenici, non può legittimarsi in una ricostruzione fanta-storica. Certi dati vanno rispettati, altrimenti anche il divertissement semi-storico cade.

Dove ha sbagliato Dan Brown?
Dan Brown è responsabile di due gravi colpe. Primo, aver infranto le regole della pseudo-storia che prevedono l’inserimento dell’invenzione in una realtà storica verosimile e accuratamente ricostruita. La seconda, pesantissima, colpa è l’aver sostenuto in una pagina introduttiva - ancora presente nelle edizioni in lingua inglese, mentre in Italia Mondadori l’ha stralciata - che il Codice è basato su documenti storici.

Questa non veridicità storica è percepita dal lettore/spettatore o queste tesi vengono assorbite inconsciamente?
Il problema fondamentale non sono le tesi di Dan Brown, ma la debolezza culturale e intellettuale della nostra società. E da questo punto di vista si può fare molto poco.


Il Codice può essere considerato un’opera programmaticamente anti-cattolica?
Non penso che sia anti-cattolico tout court, ma che con qualche furbizia Dan Brown si sia inserito in un filone letterario esoterico-scandalistico e nel contesto politico post-11 settembre, in cui le relazioni tra gli Usa neo-con di George W. Bush e la Santa Sede erano molto deteriorate - a tal punto da farmi pensare allo zampino dei servizi segreti americani nella serie di scandali di pedofilia che ha colpito il clero statunitense.

Qual è l'operazione di Brown?
In quel momento storico esce Il Codice da Vinci e colpisce una delle istituzioni cattoliche notoriamente più care a Giovanni Paolo II, l’Opus Dei, e riprende in chiave femminista new age il discorso sulla religione primitiva, legata all’autocrazia delle donne, riferendosi senza citarla alla fondatrice del femminismo antropologico Margaret Alice Murray, egittologa, famosa per il pamphlet Il dio delle streghe.

Egittologo è pure Robert Langdon (Tom Hanks), il protagonista del Codice.
Ebbene, Langdon - e qui mi irrita la miseria culturale del lettore - per spiegare il rapporto fra il principio femminile e quello maschile nella cultura egizia antica ricorre allo ying e allo yang, come la ragazzina che vende essenze di fronte a casa mia. L’anglista Dan Brown non è Umberto Eco, ma sa che la cultura dell’erborista è molto diffusa.

Furbizia, dunque?
Per parlare del potere delle madri Brown non scomoda Bachofen, ma prende il bestseller della Murray, che è la bibbia di un femminismo chic molto anti-cattolico. E lo fa nel momento in cui Bush ha il consenso più vasto, immaginando l’Opus Dei quale sorta di Spectre. Il successo del Codice è di matrice politica: mi meraviglio che non sia stato percepito.

In questo scenario quali effetti sortirà la trasposizione di Ron Howard?
Il film contribuirà a rinfocolare vecchi equivoci: la gente preferisce essere ingannata.


Federico Pontiggia


Leggi anche questo, senza offesa:
USA: BOCCIATO IL CODICE
Piovono critiche dagli Usa sul Codice Da Vinci. Per Variety "il regista Ron Howard e lo sceneggiatore Akiva Goldsman hanno fatto di tutto per eliminare qualsiasi elemento di divertimento dalla trama" deludendo le aspettative del pubblico con un film "che non è esattamente noioso, ma considerato il potenziale di una materia così incandescente, finisce con l'essere piuttosto scialbo". Critiche anche per i due interpreti: "E' palpabile la mancanza di chimica tra Tom Hanks e Audrey Tautou e Howard li fa apparire entrambi rigidi e inespressivi". Non meno duro Hollywood Reporter: "L'attesissima e pompata versione cinematografica del bestseller di Dan Brown mette in luce meravigliosamente tutte le sue debolezze e incongruenze logiche", mentre Screen Daily evidenzia come Ron Howard e Akiva Goldsman "sono rimasti rigidamente fedeli alla cronologia e agli eventi del libro, ma rendono pesante e faticosa quella caccia al tesoro e quelle avvincenti teorie della cospirazione che sono la ragion d'essere dell'intero fenomeno".

Dal Sito:
http://cinematografo.it/Cinemedia/00004902.html

Ciao da angelowilliam...

Invia una mail all'autore del commento thohà  05/06/2006 17:09:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ma perché accusi tutti quelli che hanno messo voti bassi dino non averlo visto?
Ad alcuno può essere piaciuto, ad altri no. Come qualsiasi film.