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IL CAIMANO regia di Nanni Moretti

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paul     6 / 10  26/03/2006 18:10:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Gli ultimi cinque minuti del film (il monologo di Moretti) e alcuni sprazzi di pellicola sono da 10, ma anche gli unici momenti da salvare de "Il Caimano".

Che lo si voglia o no il berlusconismo ha vinto, sia che il 9 aprile vincerà lui, sia che vincerà l'Ulivo. Perchè l'Italia che ne è venuta fuori è questa: a cominciare dalla nascita delle tv private (e le casalinghe contente perchè la televisione iniziava prima di mezzogiorno e gli uomini arrapati nel vedere le ballerine non più svestite ma mezze nude).

Questa è l'Italietta: gente che vota a sinistra ma poi si mette in testa il cappellino di Emporio Armani o veste Dolce e Gabbana; ragazzine che urlano slogan contro Berlusconi, ma poi sognano di finire su "L'isola dei famosi" o di diventare veline.

Ed è questo che Moretti alla fine vuol farci capire. Lui/Berlusconi ha ridato "speranza" (se si può chiamare così) ad un'Italietta mediocre, incoerente, che non sa manco più cosa vuol dire essere di sinistra o essere di destra.

Analizzando il film però ci si domanda: perchè se Silvio Orlando (bravissimo quando viene lasciato libero di essere Silvio Orlando, mediocre quando Nanni Moretti trasferisce su di lui le proprie narcisisstiche e morbose nevrosi) ha deciso di girare l'ultimo giorno di Berlusconi, così non ha fatto anche Moretti? "Il Caimano" è nettamente inferiore non solo a capolavori quali "Ecce Bombo", "Bianca" o "La Messa è finita", ma anche alle più recenti fatiche del regista di Brunico. Lo spaccato di un'Italia famigliare alla deriva è scontato e macchiettistico, e la pellicola col passare del tempo induce alla noia. Salvo riprendersi nei pochi momenti dedicati a "Il Caimano" ed al, vedi sopra, grandissimo ed allucinante finale. La Trinca è sorprendentemente brava, antipatica e contenuta, Placido riuscito nella sua piccola parte.Un film che comunque non sposterà di un voto (come giusto che sia) le decisioni dell'elettorato. Perchè in ogni caso, e lo dice uno di sinistra, il berlusconismo ha già vinto.
paul  26/03/2006 18:25:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Vorrei anche riportare un'intervista fatta a Ghezzi, perchè la penso esattamente come lui:

«Film deprimente, la sinistra non esiste più» Ghezzi: pur volendo resistere dimostra che la volgarità berlusconiana ha vinto .

Un giudizio sul Caimano, Ghezzi? «Teneramente orrendo. Intensamente depresso e deprimente. Sincero, anche nel suo essere sempre costruitissimo e sorvegliatissimo, senza un battito d'ali di cinema».
Addirittura nulla da salvare? «È un film di "quadratezza" televisiva come tutto l'ultimo Moretti. Dopo tanta depressione e assenza di cinema, l'aspetto cinematograficamente più "eccitante" è il finale quando Moretti "finge" di impersonare Berlusconi. Momento quasi trash, versione bruta e "brutta" di un Dino Risi. Penso al bellissimo finale di "In nome del popolo italiano". Mi era già venuto in mente quando Nanni aveva proposto a Raitre di cofinanziare Il portaborse di Luchetti nel 1991. Angelo Guglielmi non era convinto. Infatti non lo producemmo. Ci pareva, a noi del gruppo di Raitre, una commedia politica all'italiana in ritardo e senza mordente, flebile già rispetto a ciò che la tv mostrava. Certo, ci dicemmo, se lui avesse assunto il ruolo "negativo" principale... Cosa che poi generosamente fece, sdegnato per il no di Guglielmi».
Giuliano Ferrara giubila: Nanni Moretti sostiene la stessa tesi del Foglio, cioè che Berlusconi ha comunque già vinto. «Ma questo è scontato da anni. Basta vedere di cosa parla la sinistra. La questione della tv non è secondaria. Nanni l'aveva già affrontata in quel geniale e sbilanciato film che è "Sogni d'oro" del 1981: per me il migliore, con un finale stupefacente: la mutazione horror di uno sdoppiamento da lupo mannaro. "Il Caimano", pur volendo essere una strenua resistenza alla volgarità berlusconiana, è invece a sua volta la dimostrazione che quella tv e quella forma hanno vinto. Un po' come già stradimostrato nel Muccinema ( il cinema di Muccino, ndr) ».
Ma piacerà questo film ai morettiani? «Non credo che li entusiasmerà, privati di battute memorabili e di altri woody-allenismi. Ma se lo faranno piacere. La parte più oscura e depressiva è la prima, appunto orribile e fascinosa. Non un solo personaggio si "salva" né consola. Le fisionomie sono tutte esasperate e mostruosizzate, ben oltre quella di Berlusconi. La sinistra stessa non esiste più, in nessuna delle generazioni: forse una pallida ombra girotondina nella giovane regista. C'è solo una estesa vita sinistra. Qualcosa di sinistra, o alla sinistra, può dirla solo Moretti-Berlusconi in un doppio identico narcisismo, quello di Moretti e l'altro di Berlusconi. Direi che l'urlo insieme improvvisato e pensato di Nanni in piazza Navona contro i vertici della sinistra si rivela una cupa, disperante invettiva quasi bossiana».
Lei è un cinefilo. E nel «Caimano» c'è tanto cinema. «Cinema ce n'è poco. Ma Moretti, parlandone molto, troppo, nel "Caimano", con molta sincerità e rischiando di sfatare l'impostura del suo stesso cinema d'autore, mostra i limiti di un cinema che non si apre all'incertezza rosselliniana».
Vogliamo farci capire dai non addetti ai lavori, Ghezzi? «È già curioso e indicativo il modo in cui, ribadisco, teneramente si appoggia al Pasolini della Ricotta e all'ultimo Fellini citato per ben tre volte con Roma, La voce della Luna, Prova d'orchestra. Ovvero: non un cinema che si limita a dire o a filmare quel che si vuole dire. Ma un cinema in sé politico proprio per l'autonomia rispetto alle forme abituali della comunicazione. Quella comunicazione alla quale Moretti tributa i debiti onori andando da Fabio Fazio mentre, alla stessa ora, Ciprì e Maresco su La7 tentano di resistere. Questo aderire al mercato della comunicazione, e i tempi stessi del lancio, fanno de "Il Caimano" un'ultima, drammatica, ennesima occasione perduta per la sinistra di raccogliere la chance Berlusconi».
Di nuovo: cioè? «Parlo della possibilità di confrontarsi con un esponente insieme selvaggio e preciso della deriva mondiale, diciamo alla Putin, del capitalismo spettrale e globale basato sul potere-denaro nero e sul luccichìo della comunicazione del desiderio».

carisma  07/04/2006 23:06:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
commento eccelso, ma il film è penoso!!!!!!!!