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COMIZI D'AMORE regia di Pier Paolo Pasolini

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Marco Iafrate     7 / 10  20/12/2008 18:52:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dopo aver analizzato attentamente il crudo universo del sottoproletariato romano, Pier Paolo Pasolini ispirandosi ad un documentario etnografico e sociologico di Edgar Morin e Jean Rouch ( cronaca di un'età ) del 1960, si immerge in una sorta di cinema varietà realizzando un viaggio da nord a sud nell'italia degli anni sessanta invitandola ad esprimere un'opinione su argomenti fino all'ora considerati tabù.
Sesso, prostituzione, omosessualità sono temi che i suoi interlocutori ( che si tratti di contadini calabresi o emiliani, operai milanesi o studenti intellettuali, divi della canzone o calciatori ) approcciano con difficoltà. L'ignoranza ed i pregiudizi si mescolano con l'ingenuità e l'ipocrisia, ai discorsi di Oriana Fallaci e Camilla Cederna si contrappone la ritrosia delle ragazze siciliane che si vergognano anche soltanto di farsi riprendere dalla macchina da presa; "un altro pianeta" dichiara la scrittrice/giornalista fiorentina, nonostante dalle interviste emerga una sana autenticità del sud che il falso progressismo del nord sembra non avere.
Il film non riscosse il successo di pubblico e di critica che Pasolini immaginava, il regista attribuiva il modesto esito commerciale proprio al fastidio che la fedeltà con la quale era stato ritratto il paese creava. La pellicola venne vietata ai minori di diciotto anni tanto che la maggior parte dei giovani protagonisti che vi partecipò ( i diciassettenni di allora sembrano dei trentenni ) alla sua uscita non potè assistere alla proiezione.
Ora, ogni volta che assisto ad un film/documentario di questo genere, con interviste alla gente comune più o meno sincera ( probabilmente più per ingenuità e paura che per malizia ) è ricorrente in me un modesto conflitto interiore, che mi porta a pormi sempre la stessa domanda: lo stesso documentario, oggi, che risultato otterrebbe? le stesse domande fatte ai bambini, ai contadini, agli operai ed agli intellettuali del 2008 che risposte avrebbero? l'atteggiamento che il popolo degli anni '60 aveva verso il diverso, verso la prostituzione e verso tutto ciò che non riguardava la sua condizione, dopo 50 anni è cambiato? in meglio o in peggio?
Non lo so, di fronte a queste realtà la cosa che fa più paura ( e anche più danni ) è l'ignoranza, ma chissà se il bombardamento mediatico a cui siamo costantemente sottoposti oggi, dopo mezzo secolo, dalla televisione, dal cinema, dal Web, ha portato a qualche risultato in questo senso o il nostro giudizio è sempre lo stesso?.