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IL GUSTO DEGLI ALTRI regia di Agnès Jaoui

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jack_torrence     7½ / 10  25/01/2011 16:35:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Questo film ha molti pregi, primo dei quali una sceneggiatura di grande fluidità, e un'intelligenza davvero notevole nell'approfondimento dei caratteri e del dosaggio delle vicende.
Il limite dell'opera non è la sua apparente incapacità di incidere nel profondo (mancano vicende davvero memorabili e paradigmatiche, e questo rischia persino di annoiare). Ma incidere nel profondo, comunicare una potente visione del mondo non è quanto la Jaoui si propone (facile fare un parallelo con un "America oggi": la superiorità del film di Altman non si può far discendere dalla maggiore spietatezza del suo film rispetto alla maggiore conciliante "delicatezza" di questa "commedia").

Il "gusto degli altri" è quanto ci condiziona e ci impedisce il più delle volte di essere contenti di essere noi stessi. Tuttavia non è nemmeno questo l'assunto di base del film (anche se il titolo guida ad esso): piuttosto, sembra esserlo di più lo smascheramento dell'atteggiamento, un po' radical-chic, di un ceto intellettuale che si fregia di una presunta superiorità rispetto a chi è incolto, e impone una sottile ma spietata dittatura del gusto.

Tuttavia "Il gusto degli altri" è tutto fuorché un film a tesi: non si riesce (e meno male...) a trovare un vero denominatore comune alle diverse vicende raccontate.
Il valore del film risiede appunto nella sua scrittura, nelle tante sfumature: talmente tante che è impossibile sottolinearne alcune senza minimizzare qualcosa.

La pellicola soffre però di un certo squilibrio tra la vicenda principale (quella dell'industriale e dell'insegnante di inglese) e le varie altre. Alcune, accennate solamente, restano ai limiti del bozzetto.
Manca il respiro di un affresco corale che pure avrebbe potuto esserci. E il film accusa una certa incapacità di osare, di andare oltre una invidiabile capacità di disegnare ritratti umanissimi di tipi tanto diversi tra loro ma che resta possibile suddividere in due categorie: chi è sicuro di sé ma non ascolta gli altri, e chi è insicuro ma ascolta troppo i primi, che se ne approfittano.