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KUNG FU PANDA 4 regia di Mike Mitchell

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Dom Cobb     8½ / 10  22/03/2024 14:49:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dopo otto anni e una trilogia che sembrava aver detto tutto ciò che c'era da dire, Kung Fu Panda è tornato. In certi ambienti sia critici che di pubblico si è accolta la notizia con scetticismo e anche le prime impressioni pubblicate online non hanno esattamente alzato striscioni di festa per celebrare la nuova apparizione del panda Po e delle sue avventure al fianco di vecchi e nuovi amici contro un nuovo e minaccioso nemico. Perdonatemi, ma non ne capisco il motivo.
"Kung Fu Panda 4" non ridefinisce la linea, non è rivoluzionario nello stile animato, che riprende in tutto e per tutto quello dei precedenti film, né tanto meno a livello narrativo; ma d'altra parte, quanti titoli animati recenti possono vantare certe qualità, se escludiamo i prodotti animati Sony su Spider-Man? In compenso questo nuovo capitolo offre un solidissimo intrattenimento, prevedibile a volte ma talmente ben fatto che non importa, un po' come accaduto a suo tempo con "The Bad Guys" (Troppo Cattivi) di un paio d'anni fa, sempre della DreamWorks.
La nuova sfida di Po il panda lo porta a pensare a un suo eventuale ritiro, all'assunzione del ruolo di guida spirituale della Valle della Pace e alla nomina di un suo successore come Guerriero Dragone. Allo stesso tempo però, l'arrivo di un nuovo nemico da sconfiggere, il micidiale Camaleonte, spinge Po a un'ultima avventura in compagnia della volpe ladra Zhen.
La particolarità del Camaleonte è la sua abilità di trasformarsi e il suo scopo è di assorbire tutte le abilità kung fu dei mastri intrappolati nel mondo dello spirito; in questo sembra richiamare il villain Kai dell'ultimo episodio, se non che funziona decisamente meglio. Merito sia del design, accattivante e inquietante al punto giusto, sia della scrittura e dell'interpretazione, capaci di renderla un personaggio di ben più alta levatura, minacciosa quanto basta. In effetti, tutto il film è un grosso passo avanti rispetto al terzo capitolo, al quale forse ho dato un voto e una valutazione troppo generosi. La trama procede fluida, senza cali di ritmo o sbalzi improvvisi, e sul fronte visivo non si avverte minimamente il calo di budget: pur non raggiungendo i picchi del passato, l'animazione è squisita, con sfondi meravigliosi e un fantastico uso di luce e colori, scene d'azione vertiginose e un ammaliante senso di atmosfera. La commedia, pur non facendo spanciare, è efficace e mai intrusiva. E l'apparizione, breve ma significativa, di un paio di figure del passato, viene ben gestita.
I nuovi comprimari, che includono la volpe Zhen, un armadillo con la voce del rinato Ke Huy Quan e altri ancora, se la cavano altrettanto bene. Dopo due ruoli disneyani e altri due al servizio della sua concorrente Dreamworks, ho l'impressione che quest'ultima sappia usare il talento di Awkwafina molto meglio della casa del topo: Zhen è un'ottima coprotagonista, che sfrutta sia l'aspetto più cinico e sarcastico dell'attrice sia la sua abilità nelle scene drammatiche ed emotive. Il suo rapporto con Po si rivela genuinamente ben sviluppato e la direzione del suo personaggio, per quanto intuibile, ha senso; non mi lamenterei se i successivi capitoli, se mai ce ne saranno, continuassero su questa strada.


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La mancanza di spalle iconiche come i Cinque Cicloni non dà minimamente fastidio, specie visto il modo in cui, tranne Tigre, i film non sono mai stati in grado di rendere giustizia a nessuno di loro.
E Po, per fortuna, è sempre Po: Jack Black può interpretare il ruolo nel sonno e qui fa molto di più che incassare un assegno. La sua performance è, come al solito, piena d'energia ed entusiasmo. Si sente che il ruolo gli sta molto a cuore, la sua passione e la natura del suo peloso protagonista restano intatti.
Quindi, al contrario di ciò che dicono i più, Kung Fu Panda 4 non è il peggio di ciò che la saga ha da offrire; in generale direi che è alla pari del primo, magari con uno scontro finale più interessante che non si abbassa a bassezze comiche inappropriate e non distrugge il carisma del cattivo di turno coprendolo di ridicolo. Non sarà la Dreamworks al suo meglio, ma non siamo poi tanto lontani.