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ESTRANEI regia di Andrew Haigh

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Mauro@Lanari     5 / 10  02/05/2024 05:20:08 » Rispondi
Recensione doppia
I road movie, reali o allegorici, sono comunque una forma d'entronautismo, un viaggio/pellegrinaggio per conoscere la propria soggettività e i fantasmi psichici, i tormenti, le ferite dolenti e sanguinanti che l'abitano. I lutti sono inelaborabili quanto gl'eventuali rimorsi e sensi di colpa a essi correlati, andrebbe riscritta la storia ed è ciò che già mostra il video di "The Scientist", Coldplay 2002 (https://www.youtube.com/watch?v=RB-RcX5DS5A). Gl'approcci palliativi e lenitivi delle strategie adattive o di sopravvivenza sono sempre presentati com'unico possibile rimedio. "The [healing or even salvific] Power of Love"? Ma di quale tipo d'amore? Rimbaud, al quale l'amante Verlaine aveva sparato due colpi di pistola ferendolo al polso sinistro, all'età di 19 anni scrisse: "L'amour est à réinventer" (https://books.google.it/?id=QFESF_dtcNEC&pg=PT392&dq=%22L%27amour+est+%C3%A0+r%C3%A9inventer%22). A differenza di quel giovane francese di quasi due secoli fa, Haigh e MacDonald hanno un'idea del lirismo molto meno matura e troppo melodrammatica, né sono interessati ad abbandonare la lamentocrazia per cercare una nuova agapelogia, sebbene siano disponibili i presupposti per un inedito paradigma.