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QUELLI CHE CAMMINAVANO SULLA CODA DELLA TIGRE regia di Akira Kurosawa

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amterme63     7 / 10  16/01/2010 14:53:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Questo è il primo film di Kurosawa ambientato nel Medioevo giapponese. Di particolare ha il fatto che fu concepito e girato durante la catastrofe del Giappone alla fine della II Guerra Mondiale, con i bombardamenti atomici e l’occupazione americana. S’imponeva quindi la necessità di fare economia di mezzi.
Kurosawa decide allora di prendere spunto da una famosa pièce teatrale che narra del tentativo di un principe e dei suoi sei samurai, braccati e ricercati, di attraversare un posto di blocco senza essere riconosciuti. Per farlo si travestono da monaci, ma l’impresa si rivela tutt’altro che facile, anche se alla fine hanno successo.
Il merito è tutto del grande sangue freddo di Benkei, il samurai-guida, quello più esperto, ma anche quello più elastico e “umano”. I primi minuti sono quindi di tensione e attesa. La scena al posto di blocco non delude lo spettatore. Benkei si comporta in maniera perfetta, non grazie a forza fisica o capacità sovrumane, ma soprattutto per la grande forza d’animo, l’autocontrollo e il coraggio. Per salvare il suo signore ad esempio non esita a infrangere una proibizione assoluta (il rispetto corporale). Il messaggio è chiaro: non conta la forma, la regola astratta, ma la sostanza e il fine che ci si propone. Quest’azione coraggiosa costa però grande dispiacere e dolore a Benkei, rivelandolo un essere molto umano, non certo un tipo granitico, tutto d’un pezzo.
La novità di questo film è però il fatto che tutta la vicenda seria è contrappuntata dalle azioni comiche e popolaresche di un contadino-portantino di grande vivacità e espressività. Qualcosa tipo Totò. Kurosawa riesce però nell’impresa di rendere quest’aggiunta non una presa in giro o una parodia della vicenda (come erano i film storici italiani con Totò), ma un modo per rafforzarla, per darle una dimensione più umana e simpatica e meno mitica o paludata.
Già con questo terzo film di Kurosawa si profila la grande caratteristica del suo cinema: l’umanità. Sugata Sanshiro è visto soprattutto nei suoi conflitti e nel suo sviluppo interiore; pure nel film di propaganda delle ragazze operaie il lato umano è quello più curato e approfondito. Anche qui, in un film di samurai, il protagonista è proprio il conflitto interiore.
Il film dura solo 60 minuti e ed è girato quasi completamente in interni. Tutto il suo fascino è affidato ai primi piani e alla recitazione degli attori, i quali non deludono, anzi sono strepitosi. Kurosawa si affeziona a certi attori e sa come valorizzarli. Benkei è interpretato in maniera superlativa da Denjiro Okochi, (il maestro di Sugata Sanshiro). Fra i samurai troviamo Takashi Shimura (Vivere) e Masayuki Mori (L’Idiota). Non poteva mancare lo splendido Susumu Fujita, cioè l’interprete di Sugata Sanshiro. Eccezionale anche l’attore comico, una via di mezzo fra Jerry Lewis e Totò.
Per il resto molto va perso, ad esempio andrebbe visto in giapponese (lingua molto sonora) e soprattutto non viene colto molto del significato del folklore e delle usanze giapponesi (a loro salta all’occhio essere monaci o samurai, a noi occidentali no).
Ciumi  18/01/2010 16:21:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Luca, ho visto che ti stai commentando alcuni film, chiamiamoli così, "minori" di Kurosawa. Tra questi "minori" o "meno conosciuti", esistono a mio parere alcune perle. Veri e propri capolavori che, se non ti scoccia, volevo consigliarti:

- "L'idiota" soprattutto, che a sua volta mi era stato consigliato da un altro utente. Sì, forse è un po' pesantuccio, ma a me ha messo i brividi (e ha solo 4 voti!!);
- "Anatomia di un rapimento" (solo 7 voti!!!);
- "L'angelo ubriaco"

E mi sono limitato a quelli che hanno meno di 10 voti qui su filmscoop, e molti (anzi moltissimi) devo ancora vederli.
Ok, ho finito il mio lavoretto di propaganda giornaliero.. Ciau.

amterme63  18/01/2010 19:40:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ciao Maurizio. Grazie dei consigli, ma... tu sfondi una porta aperta !!
Ho deciso con grande entusiasmo di guardarmi tutti i film di Kurosawa. Per fortuna la mia biblioteca di fiduca li possiede tutti e quindi non spendo una lira e sono subito disponibili (senza aspettare la spedizione con il mulo ... :-) ).
Mi trovo adesso fra le mani "Non rimpiango la mia giovinezza" del 1946 e ho già la bava alla bocca ...
Quindi stai sicuro che vedrai presto il mio commento ai film che mi hai elencato.
Approfitto per consigliarti io un titolo. Guardati "Sugata Sanshiro". Mi è piaciuto tanto, anche se è un film che da un punto di vista "moderno" (azioni, virtuosismi tecnici ..) ha ben poco da offrire. Non so, forse ti deluderà ... A me è rimasto molto impresso.
Dal punto di vista musicale ti volevo consigliare il Cd "Hosianna Mantra" dei Popol Vuh, ma penso che tu lo conosca già.
Ciao e ai prossimi consigli artistici ...
Ciumi  19/01/2010 08:08:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il cd dei Popol Vuh lo conosco, e lo apprezzo molto. Mentre per quanto riguarda Kurosawa, che è sicuramente uno dei registi che amo di più, mi manca ancora molto da vedere: per il semplice fatto che preferisco non "bruciare" subito i miei autori preferiti. Mi impongo dei limiti, insomma. Me ne guardo uno ogni tanto. "Sugata Sanshiro" me lo segno immediatamente.
Grazie Luca, a presto.