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CHI SEGNA VINCE regia di Taika Waititi

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matt_995     6½ / 10  20/01/2024 16:20:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il maschio bianco etero occidentale col pallino per la vittoria e la competizione sbarca in un luogo letteralmente ai confini del mondo e cerca di infondere la sua aggressiva visione del mondo, della vita e dello sport. Un luogo che però aggressivo e competitivo non lo è affatto.
Waititi si muove da un documentario che tratta luoghi e tematiche a lui congeniali (specie per i suoi primi film) e incastona il tutto in un filone cinematografico ben preciso: i perdenti e disadattati che si avventurano in uno sport a loro decisamente poco adatto (vedi i celeberrimi Cool Runnings, Machan, Dodgeball, gli italiani Lo chiamavano Bulldozer o I Cinghiali di Portici fino ad arrivare, in senso lato, anche al recente Ted Lasso).
Il film però non ha la forza delle pellicole/serie succitate perché, oltre le premesse su carta, si perde un elemento chiave presente negli altri film: i personaggi e l'empatia che sono capaci di suscitare nello spettatore. In questo film non si sente mai un senso di squadra perchè c'è letteralmente solo un componente più approfondito (poi ne parliamo) mentre gli altri sono solo mere comparse, sia i membri originali della squadra che le varie aggiunte che via via si uniscono alla brigata. Lo stesso Fassbender risulta sfocato e scritto senza precisione. Tanto per dirne una: viene allontanato dalla sua federazione perchè è un perdente o perchè è un coach troppo aggressivo che viene spesso alle mani? Pare che neanche Waititi lo sappia con precisione. E se nel finale c'è una rivelazione commuovente sul suo personaggio, il tutto lascia l'amaro in bocca perché la suddetta rivelazione arriva troppo tardi, a mo' di colpo di scena, impedendo di fatto l'immedesimazione verso il personaggio per tre i quarti di film precedenti.
Quello che scalda il cuore (o quanto meno ci prova) è il rapporto padre/figlia che si crea tra il protagonista e la giocatrice transgender, ragazza incredibilmente ben vista e amata dal resto della comunità... ma non dal solito maschio bianco etero occidentale.
Peccato, poteva essere un film molto più bello su una comunità lontanissima e affascinante, come Waititi ci aveva abituato coi gli splendidi Boy o Reservation Dogs.