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PANE, AMORE E FANTASIA regia di Luigi Comencini

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Invia una mail all'autore del commento Elly=)     9½ / 10  19/10/2012 22:43:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
De Sica: «Che te magni?»

Contadino: «Pane, marescià!»

De Sica: «E che ci metti dentro?»

Contadino: «Fantasia, marescià!!»


In questo dialogo probabilmente si cela la sostanza di quello che è PANE, AMORE E FANTASIA: l'affresco di un'epoca, di una povertà nascosta dai sorrisi della gente umile di paese, di mentalità chiuse nel loro piccolo mondo, della fede e della fame che si susseguivano giorno dopo giorno.
Camerini dopo il capolavoro GLI UOMINI CHE MASCALZONI torna, sempre affiancato dal grande De Sica nei panni del protagonista mascalzone, con un film indimenticabile, primo della tetralogia "Pane, amore e..", un misto neorealismo e commedia all'italiana. E' un film composto da un grande cast, primo su tutti De Sica, l'uomo che viene da fuori e che ha una mentalità più aperta, la scintilla che cambierà la vita di alcuni personaggi. Non da meno sono Tina Pica che interpreta la memorabile serva brontolona Caramella e la Lollobrigida, che per la prima volta venne dichiarata, o meglio definita, "maggiorata", termine che entrerà negli annali del cinema internazionale. La Lollo interpreta il personaggio della Bersagliera il quale ammicca a quello interpretato da De Sica, in effetti tra i due c'è un grande affiatamento professionale che si intrufola anche nella psicologia stessa dei personaggi formando un legame giocosamente malizioso con lo spettatore. Ma il film è pieno di personaggi femminili, oltre alle già citate Camilla e Bersagliera ci sono anche la madre della stessa Bersagliera, donna di un'altra generazione, conservatrice più radicale di quella che era la popolazione napoletana prima delle guerre e che immancabilmente ha una fede ferrea nei confronti del Signore, la ragazzina coetanea che litiga con la Bersagliera, l'incarnazione della giovane borghesia in netto contrasto con la povertà con cui è cresciuta la Bersagliera, e infine la donna di cui il "signorotto affascinante", il Marescià scapolo si innamora, la ragazza madre che tiene segreta la verità per non rischiare l'additamento da parte del paesino coatto. Un paesino a cui, nel finale, viene scossa quella coscienza che fino a poco prima del terremoto non era poi così cosciente, un sindaco che si pente, la gente che chiede perdono al parroco, qualcosa è cambiato ma è difficile dimenticare quello che si è stati, rimanere in paese vuol dire essere rilegati al proprio passato, l'unico modo per cambiare vita, per cambiare veramente è uscire, andarsene dal piccolo mondo campagnolo, ma in fondo perchè cambiare quando puoi vivere felice nelle quattro mura della città, con la persona che ami, nei piccoli gesti e nelle piccole cose.
Fu un grande successo all'estero probabilmente perchè sono personaggi che come la storia rimangono nel cuore e nella mente, una vicenda semplice ma vera, una storia distesa ma che sa lasciare dentro un qualcosa.