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VINCITORI E VINTI regia di Stanley Kramer

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JOKER1926     7½ / 10  30/01/2014 01:24:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Detiene un qualcosa che va al di la delle tematiche che si pone di illustrare, ha l'animo e una forza che lo conducono fra i must del genere, ma al medesimo tempo, lo portano oltre le relatività e i palchi della soggettività, "Vincitori e vinti" è un capolavoro di altri tempi, in senso oggettivo.

Il banchetto allestito da Stanley Kramer è assai invitante, dietro un prodigioso cast e dietro una grossa mole di lavoro tecnico, fra inquadrature asettiche e primi piani di arringhe eloquenti, si consuma l'elaborazione di un plot troppo importante, inerente al processo di Norimberga.
"Vincitori e vinti" è in linea complessiva , più che un film, uno stato d'animo e una panoramica circa l'umore post guerra mondiale.

La desolazione, la voglia di crescere permane dentro la gente; il giudice, interpretato da Spencer Tracy, cerca nel suo di afferrare ciò che si consuma in una città/nazione consumata, in precedenza, da un mare di crudeltà belliche.
Il luogo, ovvero la scena, circoscritta ad una eterna aula di tribunale snoderà e metterà a nudo le coscienze di giudici intellettualmente corrotti nel nome della politica tedesca, quella di Adolf Hitler.
In questi momenti, fra arringhe e silenzi assordanti, traspare la forza e l'incisività di Kramer, attraverso un fenomenale lavoro di camera, pulito e ripetitivo, le facce degli attori sono intrappolate in un disegno più grande degli stessi.
Se Spencer Tracy è la colonna portante dell'apparato de "Vincitori e vinti" non vanno, certamente, dimenticati gli altri in uno stato di forma pressoché imbattibile; Burt Lancaster con i suoi silenzi e un'altra sublimità. Senza scordare però Montgomery Clift (recitazione breve) in una sequenza drammatica, forse la più rappresentativa di tutte.
Il film non soffre la sua sterminata durata, tre ore di rappresentazione sono sempre una sfida, le situazioni scorrono nel nome di una fluidità agguerrita a servizio della verità e di un dramma non solo legale. Qui i lidi della cupidigia toccano, in primis, una nazione. Dalla prima sequenza all'ultima si respira l'idea.

Kramer eccellente a condurre la storia senza incursioni nella prevedibilità e nella retorica; il finale è un'altra stoccata, fredda e terminale. "Vincitori e vinti" è incommensurabile.