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POVERE CREATURE! regia di Yorgos Lanthimos

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stratoZ     7½ / 10  18/03/2024 12:45:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

L'ultima opera di Lanthimos è un'evoluzione molto ipertrofica del suo cinema, rimanendo coerente ma allo stesso tempo rimpinzando il suo stile di dettagli, barocchismi, gingilli e via dicendo. Ora se devo fare una considerazione del tutto personale, non vado poi così matto per questo stile nel lungo termine, questo eccesso a lungo andare mi stanca, tuttavia se devo fare una considerazione obiettiva è perfetto per la rappresentazione dell'opera, poco da dire, Lanthimos rappresenta una società nel periodo vittoriano così precostruita e pacchiana quasi da sdegnare, ed è perfettamente coerente con le sovrastrutture a cui gli stessi personaggi sono soggetti, e penso che il principale conflitto che da significato al film sia proprio l'introduzione del personaggio di Bella, che ancora non ha sviluppato quei filtri e quelle sovrastrutture, all'interno di questa società precostruita e farsesca, che ripudia i più elementari diritti e le stesse pulsioni umane in favore dei dogmi e delle convenzioni, a questo proposito l'estrosa regia dell'autore sembra voler a tutti i costi smascherare quella finzione, autodenunciandosi, le distorsioni grandangolari, unite ai movimenti di macchina non servono tanto a disorientare lo spettatore o ad ottenere un effetto lisergico, quanto a mostrare il più possibile il filtro della visione, vogliono proprio far notare che lì c'è una lente e un movimento di macchina, e lo fanno continuamente.

Diviso in più atti, mostra la creazione da parte di Godwin Baxter, personaggio che potrebbe ricordare lo scienziato pazzo di molti film, ma in realtà è un personaggio parecchio profondo e molto umano, di questo suo esperimento, Bella, una donna che si era appena suicidata gettandosi da un ponte col suo pargolo in grembo, Godwin impianterà il cervello del neonato nel corpo della donna, creando così una creatura col corpo di una donna cresciuta ma un cervello appena nato. Fin dai primi momenti si riescono a vedere i veloci progressi che fa Bella, affinando progressivamente il suo linguaggio, imparando nuove abilità e muovendosi sempre meglio, nella prima parte c'è una sorta di protezione da parte del creatore, come se volesse evitare i pericoli del mondo esterno a Bella, preoccupato della brutalità di esso, creando una sorta di affetto paterno nei suoi confronti, dato che egli fa pure da mentore, ma arriverà il momento in cui non potrà più trattenerla, Bella fa progressi troppo velocemente e la sua curiosità cresce a dismisura, specie dopo la scoperta della sessualità, è così che dopo essersi promessa in sposa a Max, parte per un'esperienza in giro per il mondo assieme all'avvocato Duncan.

E' in questa parte centrale che si evidenziano i conflitti più palesi nell'introduzione del personaggio di Bella nella società del tempo, vi potrebbero essere innumerevoli esempi, Lanthimos si sofferma molto sulla visione della sessualità, verso la quale la protagonista, ancora libera dalle convenzioni ne prova il più puro piacere, senza determinati sensi di colpa o vergogna nel parlarne, basti vedere la sua schiettezza al tavolo nella sala da ballo, in una scena che fondamentalmente parla da sola - fantastico momento, non solo per lo smascheramento dei vari modi di dire e nomignoli con cui si maschera il tabù della sessualità, quanto anche per quando Bella vuole andare a picchiare il bambino che piange - ma anche nel momento in cui a Parigi scopre che si può guadagnare in cambio di prestazioni sessuali, non le sembra quasi vero quanto sia conveniente e la sua mente priva di sovrastrutture non riesce a spiegarsi nemmeno perché Duncan sia geloso di una cosa del genere, fantastico. Ma si vede anche in altri aspetti, come la sua ingenuità nel lasciare i soldi destinati ai bambini poveri agli ormeggiatori al porto di Alessandria. Insomma ogni atto sembra denudare e ridicolizzare le sovrastrutture borghesi, lo stile stesso del film contempla questo umorismo di fondo, specialmente quando tratteggia i caratteri secondari come delle macchiette prevedibili e influenzate, Bella è quella che si muove come un burattino, gli altri però sono dei burattini per come si comportano.

La parte finale invece, con la malattia di Godwin e il colpo di scena al matrimonio con conseguenza entrata in gioco del personaggio del generale, si fa portavoce di un messaggio femminista e di autodeterminazione, se la prima parte ha un messaggio ben più universale - al posto di Bella ci sarebbe potuto essere chiunque, sarebbe cambiato poco il succo -, qui viene denunciata più esplicitamente quella mascolinità tossica, iperpossessiva e dalla base bigotta, come mostrano le intenzioni del generale, anche se si arriva ad un livello talmente esplicito da sfociare nel didascalico, cosa di cui il film non aveva bisogno - in realtà anche prima soffriva un po' di questo didascalismo stilistico -

Per il resto, messa in scena sublime e in tema con l'atteggiamento provocatorio del film, tra carrozze a motore col muso del cavallo e i vari piatti e porcellane che Bella sfracella per terra perché inutili, i colori così pastellati pervadono la pellicola, ricordando un po' altri autori estrosi tra cui Gilliam, Burton ma volendo anche Jeunet e Gondry, Emma Stone in una delle sue migliori interpretazioni - e comunque ne ha fatte di buone - in piena maturità artistica, mette in scena una crescita del personaggio incredibile, ma tutto il cast è ispiratissimo, dal dissacrante Ruffalo col suo orgoglio mascolino che andrà in frantumi al comprensivo e saggio Dafoe.

In definitiva, Lanthimos fa centro, non è un film esente da difetti ma è un film che lancia un messaggio ben chiaro, meno criptico ed estremo delle sue opere greche e chiaramente più adatto ad un grande pubblico, però c'è da riconoscere la coerenza tematica e un non scontato mantenimento della qualità artistica.