caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

POVERE CREATURE! regia di Yorgos Lanthimos

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
JohnRambo     8 / 10  18/02/2024 18:14:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Premetto che si tratta di una recensione lunga e contiene degli spoiler.

Il film strizza l'occhio a tutte le storie raccontate in oltre un secolo tra libri e cinematografo, dal solito "Pinocchio" ad "AI" (quello con Jude Law, ricordate?), passando per "L'uomo bicentenario", "Alice nel paese delle meraviglie", "Edward mani di forbice", "Frankenstein", perfino "La Commedia" dantesca. Insomma è un po' il compendio tutti i lavori dove c'è un "diverso" che, attraverso una serie di esperienze, un viaggio, si "normalizza", trova sé stesso ed il suo posto nel mondo.
L'aspetto più accattivante è dato dal comparto tecnico, da quello delle scenografie ricostruite con la CGI (e vi sospetto l'uso di AI), a quelle ricostruite sul set, le inquadrature con l'ormai ultrafamoso "occhio di pesce" che perfino un ignorante come me in cose cinematografiche è arrivato a conoscere.

Poi c'è l'ambientazione e la collocazione temporale che, sebbene ricordi l'epoca vittoriana, è caratterizzata da mezzi tecnologici dal design un po' diverso da ciò che ci si aspetterebbe: vi sono anche alcuni mezzi sospesi per aria tramite fili. Le città per le quali i personaggi passano, pur reali, sembrano essere state "reinventate". Altrettanto i costumi dei personaggi, in linea con l'epoca delineata, ma con tratti di originalità che culmina in quelli della protagonista. Per molti aspetti sono più un riflesso dell'anima, estetica a parte. In questo contesto, anche la nudità ha un ruolo. Ce n'è parecchia nel film, servita alla Lars von Trier.

La vicenda è in sintesi quella che ho scritto all'inizio, ma quando si sceglie (o si è obbligati a scegliere) una donna, non può non venir piegata alle istanze in voga, come il rapporto sotto l'aspetto della parità dei sessi e dell'emancipazione femminile dalle rigidità che sono fatte partire proprio dall'epoca vittoriana. Ed è qui che a mio parere il film diventa rilevante, toccando tantissimi argomenti, ognuno dei quali presta il fianco ad osservazioni positive e negative, ed a molteplici forme di lettura e riflessione: può essere visto come un inno all'emancipazione delle donne, al loro "lato oscuro", oppure all'emancipazione maschile dalla "schiavitù" della bellezza, per respirare un'aria nuova che però non porta chiaramente ad un sentimento come l'amore. Sembra però che il regista abbia lasciato parte dell'interpretazione agli spettatori: la vecchia massima di Goethe che in lavoro dell'arte "ognuno trovi il suo piacere", che si potrebbe anche mutare in "ognuno trovi il suo messaggio".

Tornando alla vicenda, essa ruota attorno ad un Pinocchio-Frankenstein che ha le fattezze di una donna bellissima di nome Bella. All'inizio viene dipinta come ragazza affetta da qualche "ritardo" mentale, appare violenta e centrata su sé stessa, ma curiosa. Grazie alle cure dell'assistente del padre, un giovane medico di lei innamorato e poi promesso sposo, nel tempo comincia a camminare, scopre la sessualità e sviluppa grande curiosità verso il mondo esterno, dalla cui crudezza il padre, parzialmente deforme, vorrebbe proteggerla. Ma approfittando di uno spiraglio offertole proprio da lui, parte all'avventura ed alla conoscenza del mondo assieme a vari "mentori", quasi tutti maschili.

La protagonista agisce come una specie di robot fino a 4/5 di film, non mostra sentimenti ed empatia per nessuno, si da alle gioie del sesso e poi della lettura dei libri, arriva a prostituirsi senza troppi problemi e poi va a studiare all'università dove finalmente si appassiona di medicina. Saputa l'imminente morte del padre, rientra a casa dove trova ancora il suo promesso sposo, ma prima di convolare a giuste nozze deve superare un ultimo e periglioso ostacolo.

Alcune osservazioni sullo sviluppo delle vicende. Durante l'esplorazione del mondo, la sua natura priva di moralità e mirata solo al raggiungimento dei propri bisogni, siano fisici o intellettivi, ed al soddisfacimento della propria curiosità, non si cura di chi le sta intorno e procede dritta per la sua strada, senza mai rispondere delle azioni anche un po' discutibili che compie (rubare, darsi a chiunque, prostituirsi). Se il suo ritorno al padre è pienamente giustificato, non si capisce per quale ragione intenda comunque sposare il suo "innamorato", un personaggio umile e mite, molto intelligente, che si comporta con lei come una sorta di "cagnolino": abbastanza chiarificatore l'episodio in cui lei gli lancia delle palline di cioccolato e lui le mangia al volo. La donna per spirito di avventura corre grandissimi rischi e solo una certa edulcorazione imposta dalla sceneggiatura la fa arrivare viva alla fine, un po' come la fata madrina di Pinocchio che lo salva dalle situazioni incresciose; qui le varie azioni salvifiche sono mascherate dal fatto che la forza e l'intelligenza siano nella protagonista e l'idiozia nella controparte.
Da metà film si snocciolano con notevole fastidio per lo spettatore istanze spicciole di natura sociologica, psicologica ed ideologica che vengono messe sempre in bocca a Bella e qualche altro attore di passaggio con una modalità che, se all'inizio fa sorridere, alla lunga stanca. Tutto ciò viene partorito all'interno di una "casa chiusa", ovviamente unico aspetto di Parigi che interessa all'autore, dove troviamo sorprendentemente signore iperbolicamente erudite rispetto allo squallore della loro attività. Spero di sbagliarmi perché ho avuto la sensazione che nel film si giustifichi la prostituzione, con la scusa dell'avversione ai moralismi. Considerando che di questi tempi molte ragazze si vendono su piattaforme di ogni tipo, mi chiedo quanto bene faccia loro sentire che un'attività del genere rientri nella norma. Fortunatamente alcune scene alla Lars von Trier dovrebbero controbilanciare l'apologia della prostituzione. Inoltre Bella non si prostituisce per avidità, per diventare ricca e levarsi ogni superficiale sfizio, ma per potere accrescere le proprie opportunità, tant'è che ad un certo punto lascia l'attività, va all'università, e ritorna a casa, una volta chiamata dal promesso sposo ed informata della morte imminente del padre.

Infine, i personaggi importanti. Sono tutti maschili, mentre quelli femminili lasciano appena il segno, essendo molto convenzionali, sovrastati dalla protagonista; tutti a loro modo strepitosi, e magnificamente interpretati:
1) Il padre di Bella, uno scienziato inventore e medico straordinario, come lei risulta essere un esperimento della sua mente avventurosa al punto da rinunciare a qualsiasi sentimento, come gli aveva insegnato a sua volta il padre durante le lunghe sessioni di tortura a cui l'aveva sottoposto fin da bambino. La genesi di Bella è tra le parti più interessanti, con tutti i riferimenti a Frankestein in essa presenti. Ma dicevo, suo padre, la figura maschile più importante, e perfino realistica nel suo essere anch'egli un mezz'uomo, a furia di mutilazioni anche sessuali impostegli dal genitore. Quest'uomo è forse il vero personaggio positivo del film, il riferimento assoluto, che lascia poi il testimone al suo giovane allievo, sposo della donna. Un uomo che ha sofferto tantissimo in tutti gl'istanti della vita, e che ha sublimato la sofferenza nel superiore interesse della Scienza. Grazie ad esso, riesce ad offrire una seconda opportunità a Bella, e non solo.
2) Il medico che di Bella s'innamora, sensibile ed attento, anch'egli eccezionale chirurgo senza la genialità del suo mentore, il padre di Bella, appunto. Uomo umile, concepisce il rapporto con la donna in una dimensione di parziale sudditanza che non gli permette una forte personalità come tradizionalmente ci si aspetterebbe. Non sappiamo nulla di lui, fuorché che non è ricco ed è moralmente integro, capace di autocritica e di riflettere su sé stesso e i propri errori. E' appassionato di scienza, e genuinamente affezionato alla donna. La seconda figura di riferimento del film, assolutamente positiva.
3) Duncan l'avventuriero; avvocato del padre, è un uomo ricco che la "rapisce" e la porta in giro per il mondo, per godersela; ben presto trova attraente questo carattere sbarazzino e disinteressato di lei, innamorandosene in modo possessivo. Lei lo deruba, sebbene per un fine altruistico (a sua volta viene derubata ma non se ne rende conto). Impazzito per non essere riuscito a mantenere la donna avvinta a sé, finisce in manicomio ed infine tenta vendicarsi per le sofferenze patite. La vendetta non riesce per l'effetto deus-ex-machina imposto dalla sceneggiatura, per dare al film una specie di lieto fine culminante nella massima "uomini e donne possono migliorare" detto da Bella e dal giovane medico. Il finale alternativo sarebbe stato una Bella suicida o uccisa, e dopo tutti i trascorsi non sarebbe stato il meglio. La sua figura è moderatamente negativa.
4) L'ex marito di Bella (la storia della donna è ingarbugliata e la scopriamo del tutto solo nel finale), del quale non si sa nulla fino agli ultimi venti minuti, presenza forzata e che spinge al massimo della negatività i rappresentanti di sesso maschile. La sensazione è che sia stata inserita all'ultimo momento, per riprendere il filo del passato della donna, passato del quale lei non s'interessa mai, se non nei primi istanti, accontentandosi delle spiegazioni del padre. Al netto del sovraccarico, questo ex marito è un uomo "cattivo" a tutto tondo, plausibilissimo, scaltro, e molto pericoloso. E' a questo punto che Bella rischia davvero la vita, salvata, ripeto, solo per volontà dell'autore.

Nel complesso un lavoro sfaccettato, del resto se la recensione è uscita così lunga, significa che è portatore di valori e di un livello qualitativo veramente fuori dal comune.