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POVERE CREATURE! regia di Yorgos Lanthimos

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JOKER1926     7½ / 10  31/01/2024 16:27:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Yorgos Lanthimos è una firma apprezzabile, parliamo di un regista dotato di ingegno e audacia stilistica. "Povere creature" sta ricevendo già molti complimenti da parte della critica, il motivo di tale euforia circa il nuovo prodotto è, a nostro giudizio, sicuramente meritata.

"Povere creature!" parte da una trama piuttosto bizzarra e nel corso della proiezione Lanthimos non molla la presa, anzi, potenzia il discorso sia sul versante tecnico che su quello prettamente contenutistico. Vien fuori un film di genere grottesco con firma d'autore.
La peculiarità del prodotto si basano sull'estro e sullo sperimentalismo della scena creati e sviluppati dalla regia, nessuna inquadratura è mai banale e l'uso dei colori e della fotografia (diversi a seconda del momento della narrazione) cristallizzano un ambizioso e originalissimo disegno cinematografico. Apprezzabile anche l'eccesso dell'arte con colori alle volte morti (bianco e nero) e altre volte tremendamente e volutamente "fumettistici".
"Povere creature!" è tutto ciò che ricade nell'accezione pura di processo artistico: portare avanti un'idea e non uniformarsi troppo alle pretese pressanti della commerciabilità e della convenzione.

Yorgos Lanthimos ha un suo credo e lo accresce attraverso una storia quasi fiabesca ove è il significante a prevalere sui dogmi standardizzati della semplice storia. La sceneggiatura non cede e il soggetto risulta esser intrigante. Emma Stone coadiuva i fili del piano in maniera pregevole, l'attrice si esprime con gli occhi, con la testa e il suo corpo funge da prima e "impattiva" operazione di comunicazione al cospetto di un pubblico interessato.

"Povere creature!" ha anche un suo sottobosco simbolico e metaforico che può esser carpito con facilità, o perlomeno, può esser interpretato in vario modo. In primis, salgono in auge i meccanismi dell'emancipazione e dell'individualità che non possono esser chiusi in un recinto, risalto epico all'umanità e alle donne, contornato da vari step sacrosanti: fra confusione, sofferenza e arrivo.