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PRISCILLA regia di Sofia Coppola

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stratoZ     5½ / 10  15/04/2024 13:02:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

La Coppola come da diversi anni a questa parte, si fa sempre valere nella componente prettamente estetica ma soffre di un certo ristagno narrativo, vagando spesso tra le sue tematiche cardine senza mai riuscire a dare quel guizzo di originalità che valorizzerebbe la pellicola, questa volta è alle prese con la biografia di Priscilla Beaulieu, celebre moglie di Elvis, praticamente un soggetto che aderisce perfettamente alle tematiche che hanno reso celebre la regista.

Priscilla fondamentalmente è una storia d'amore tossica, che passa dalla gioia di riuscire ad avere una relazione col proprio idolo, sogno di tutte le ragazzine, alla disillusione che porta l'avere a che fare con una personalità così influente, impegnata e in certi momenti coercitiva, il film si concentra molto sulla personalità di Elvis e il doppio volto che mostra, rimarcando un po' quello stereotipo della celebrità amata da tutti ma che nel privato risulta essere problematica, legata ad una dipendenza da psicofarmaci, con scatti d'ira improvvisi, anche per motivi futili e una forte lunaticità che tende a rimarcare l'inaffidabilità - basti vedere il momento in cui Elvis decide di lasciare Priscilla mentre è quasi alla fine della gravidanza e se ne pente neanche un minuto dopo - spesso assente e dalle tendenze adultere, con la protagonista che all'inizio è soltanto una ragazzina senza esperienza che viene schiacciata dalla personalità del cantante, con una sorta di dominio che viene sottolineato anche dall'evidente differenza di altezza tra i due, invidiata dagli occhi esterni, progressivamente sempre più triste nel restare da sola a Graceland, tra i lussi più sfrenati, servita e riverita ma vuota emotivamente. Interessante il rapporto dal punto di vista di Elvis che è riluttante nell'avere rapporti sessuali, sembra volere la moglie semplicemente come oggetto da mostrare in pubblico, persuadendola anche a proprio gusto nel vestiario da indossare, nel trucco, nell'acconciatura, la modella come una bambola che accetta passivamente le decisioni del marito.

Il difetto principale del film è un po' l'eccessiva ripetizione di questi concetti che nel lungo termine diventano ridondanti, e di certo non sono aiutati dal ritmo dilatato, senza riuscire mai a trovare una via originale che non sappia già di stravisto, per farla breve, è riuscito a tediarmi abbastanza, sebbene sulla carta mostri un argomento potenzialmente molto interessante, così come è valida la rappresentazione visiva, fatta di gingilli pop, una luce volumetrica che pervade l'ambientazione casalinga creando una sensazione di sospeso, contrasti cromatici niente male, tendenti allo sfarzoso con quel giallo ocra che diventa preponderante a Graceland.

Non è malissimo, però non mi ha conquistato.