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LA SPIA CHE VENNE DAL FREDDO regia di Martin Ritt

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Thorondir     7½ / 10  12/09/2018 14:09:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Film di spionaggio che entra nel "campo nemico" e ci racconta con stile asciutto e ritmo lento il dietro le quinte polveroso delle spie durante la guerra fredda, frutto di sotterfugi, tradimenti, ostilità, intrighi. Coraggioso da questo punto di vista, mette molto nelle mani di Burton, bravo a delineare un personaggio borderline, alcolizzato, stanco, sfiduciato, disilluso, alienato nell'occidente secondo una delle critiche mosse proprio dall'est, quella dell'alienazione psicologica che devasta lo spirito dell'uomo fino all'apatia esistenziale, resa solo meno amara dalla bibliotecaria Nancy. L'apprezzabile tono sui generis della pellicola finisce per perdersi nell'ultima parte, quando Ritt porta il suo film dall'uomo alla politica, finendo per trasformarlo in una agiografia del suo campo, divivendo infine superficialmente il mondo in buoni e cattivi. Un peccato frutto anche del clima politico di quegli anni e di quel contesto geopolitico.