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BANDITI A MILANO regia di Carlo Lizzani

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     8½ / 10  06/08/2009 13:40:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L’iniziale ritratto della criminalità organizzata milanese consente a Carlo Lizzani di illustrare al meglio la cornice in cui si incastrerà il suo racconto.Il regista utilizza uno stile da indagine giornalistica,sfruttando immagini di repertorio e falsi documentari, per descrivere com’è cambiato il modus operandi della malavita meneghina,di come il tempo abbia cancellato codici morali non scritti ma imprescindibili, e del preoccupante imbastardimento di uomini accecati dalla sete di denaro.
Ispirato da un tragico fatto di cronaca nera che macchiò di sangue il capoluogo lombardo sul finire degli anni ‘60 ,Lizzani realizza un eccellente poliziesco dalla moderna struttura narrativa,sincopato nel ritmo e molto realistico,ben equilibrato nella descrizione dei personaggi e con un occhio di riguardo non solo per i protagonisti principali ma anche per le vittime rimaste sul selciato in quell’infausta giornata.Fotografato in maniera opprimente ed ambientato in una Milano tipicamente grigia,non si limita a mostrare i fatti più adrenalinici e violenti,ma attraverso essi mostra uno spaccato sociale molto credibile al quale aderisce alla perfezione il sempre prefetto Gian Maria Volontè,leader del manipolo criminale colpevole dei tragici fatti illustrati.Uomo erudito,intelligente ,proveniente da buona famiglia, ladro (e assassino) non per necessità ma per soddisfazione personale che comprende,oltre all’ovvia brama di denaro, anche il compiacimento del suo folle ed esaltato ego.Girato in maniera eccellente, con alcune scene da applausi a scena aperta, cala leggermente durante la caccia all’uomo che si trascina in maniera un po’ monocorde,per poi però riprendere quota nelle sequenze finali in cui l’egocentrica pazzia di Volontè esplode di nuovo in maniera fragorosa.Gioiello dimenticato da recuperare assolutamente.