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ASTEROID CITY regia di Wes Anderson

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stratoZ     6½ / 10  10/10/2023 13:28:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Quando vedo un film di Wes Anderson capita abbastanza spesso che finisca per essere diviso nella valutazione, da diversi anni a questa parte trovo i suoi film fantastici stilisticamente quanto poveri di idee e inconcludenti narrativamente, credo che Asteroid city non faccia più di tanto eccezione sebbene abbia trovato qualche elemento semantico in più rispetto al recente passato.

L'opera l'ho vista come un omaggio all'America anni 50, a quello stile vintage che a Wes piace molto, qui dipinta con i suoi soliti colori pastellati valorizzati dal forte contrasto tra il blu del cielo, delle auto, delle insegne col giallognolo/arancione delle scenografie desertiche fatte di canyon, crateri e sabbia, interessante anche la contestualizzazione tra gli esperimenti nucleari e la fantascienza, considerato che proprio in quegli anni vi era una forte paranoia sul tema al riguardo, come testimoniato dalle pellicole sci-fi del periodo che fu, in cui prevalentemente l'alieno era visto come l'invasore e probabilmente non era molto lontano dall'essere visto come il nemico sovietico. E' anche qui che Wes affonda la sua pungente parodia, sfruttando il pretesto per ironizzare sulle paranoie istituzionali del periodo e fondamentalmente criticando la coercizione applicata dai procedimenti di sicurezza, con leggerezza sia chiaro.

L'altro livello su cui agisce la pellicola è quello della finzione, denunciata esplicitamente con frequenza dalla cornice in bianco e nero riguardante i drammaturghi, che personalmente ho trovato tra le parti meno riuscite del film, un po' verbosa stilisticamente e troppo sfuggevole a livello di significati, almeno mi sembra siano stati inseriti dialoghi volutamente complicati ma che fondamentalmente non travalicano i significati metartistici di pellicole similari, insomma mi è sembrato il solito discorso un po' trito e ritrito dell'artista alla ricerca del colpo di genio ad affrontare le sue solite turbe e i dilemmi interiori.
La regia di Wes contribuisce ad esaltare il sottotesto finzionale con dei piani prettamente bidimensionali, una prospettiva quasi piatta con la camera che si sposta spesso con precise carrellate laterali che possono ricordare la disposizione spaziale del palco teatrale.

Per il resto Asteroid city è una sfilata di personaggi, chi più chi meno caratterizzato, tra gli adulti un po' nevrotici e nichilisti ai bambini alle prese con un'elaborazione del lutto repressa dall'eccessiva protezione del padre, arrivando agli adolescenti nerd/genietti alle prese con le prime esperienze sentimentali, il tutto trattato con il solito stile leggiadro di Wes che qui mi è sembrato anche calcare un po' di più la mano sull'umorismo demenziale e su gag scandite a ritmo di leitmotiv - guardate la maestra che prova a spiegare il sistema solare ai bambini -

L'autore continua con la sua tendenza a curare molto di più lo stile che la narrazione, anche se devo ammettere che il risultato finale non mi è dispiaciuto ed è leggermente meglio delle ultime opere.