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TALK TO ME (2022) regia di Danny Philippou, Michael Philippou

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stratoZ     6½ / 10  14/03/2024 13:02:48 » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Talk to me è un discreto horror demoniaco, capace di gestire per bene la tensione e regalare diverse sequenze di valore, lasciando spazio abilmente dopo una prima parte un po' più scanzonata, quasi da film adolescenziale, ad una spirale di terrore che risucchierà gli sbadati protagonisti.

Tanti potrebbero essere i significati dietro l'opera, mi trovo abbastanza d'accordo con quelli che vedono una metafora della tossicodipendenza nel rituale, anche il contesto in effetti, tra festini, musica e così via sembra quello adatto, così come la natura allucinatoria del rituale e la botta di goduria che riesce a dare, fino ad arrivare alla possibilità di non uscirne più, con addirittura la morte, in caso di abuso, torna tutto abbastanza fluidamente in effetti.

Ma Talk to me non si limita a creare una semplice metafora, esplora un po' di più, ci porta nell'universo di questa famigliola, con Mia che è stata adottata dopo la morte della madre, in circostanze sospette, e ancora alle prese con l'elaborazione del lutto, che diventerà uno dei temi cardine del film, con i demoni approfittatori di questa debolezza, interessante vedere come col progredire dei minuti Mia perda sempre di più il controllo delle azioni proprie e di quello che le accade intorno, venendo risucchiata in un incubo senza via d'uscita.

La messa in scena l'ho trovata molto efficiente, la tensione non manca, ci sono esplosioni di violenza inaspettate e anche parecchio conturbanti, basti vedere la possessione di Riley, un momento semplicemente agghiacciante per come accade il tutto, un fulmine a ciel sereno che tira lo spettatore in mezzo al terrore.
Il montaggio, rapido e sincopato fa scorrere bene il film, lasciando pochi attimi di tregua e creando una forte immedesimazione, nonché, l'alto ritmo, favorisce una certa angoscia, non dando particolare spazio ai momenti di riflessione, lo spettatore è assalito dai demoni, come i protagonisti stessi che hanno perso il tempo e la capacità di ragionare sugli accaduti.
Inoltre, come se non bastasse, il film gioca molto anche sul sospetto, nella seconda parte si fa strada rapidamente nella mente dello spettatore e dei personaggi questa sensazione che ci possano essere demoni ancora in controllo dei corpi di qualcuno, accrescendo esponenzialmente la tensione e mischiando le carte, fino ad arrivare a non sapere cosa credere e cosa non credere.

Niente male questo horror australiano, un prodotto interessante in un genere inflazionato e spesso fatto con lo stampino, condito con una fervida ironia ma anche una grossa dose di tensione, per nulla ancorato al solito schema dei jumpscare, per fortuna, crea abilmente tra le atmosfere e i traumi dei personaggi un mare d'angoscia nelle quali profondità non si riesce bene a respirare, ma neanche a vedere la luce, come dimostra appunto il beffardo e allo stesso tempo splendido finale.