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BARBIE regia di Greta Gerwig

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Kronostorm     4 / 10  20/09/2023 23:00:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ho visto Barbie. Sì, l'ho fatto. Quando sono uscito dalla sala non ero incazzato, però. Non ero neanche nauseato. Non provavo repulsione, afflizione, scoramento. Nulla di tutto questo. Ero svuotato. Di solito dopo ogni spettacolo ho sempre qualche commento da fare a caldo. In questo caso, ne è uscito un commento lapidario e asciutto: "Tante risorse impiegate male". In quel momento è uscito di getto, ma sentivo che, in realtà, dentro di me ribollivano strati e strati di pensieri che dovevano aspettare la quiete dopo la tempesta, per sedimentarsi a dovere.

Al terzo tentativo ci sono riuscito. Niente overbooking stavolta: dopo tre settimane, evidentemente la maggior parte del gregge era già rientrata all'ovile.
Quindi mi sono mischiato ad alcuni esserini vestiti di tutte le tonalità di rosa e fucsia possibili, mi sono seduto in sala e ho visto quel benedetto film che ha fatto letteralmente impazzire questo mondo allo sbaraglio.
L'ho visto perché ho imparato che, nel bene e nel male, se vuoi parlare di qualcosa lo devi prima conoscere personalmente. Dovevo vederlo per farmi la mia idea sul fenomeno dell'anno.
Mi sono pure sforzato di essere imparziale, perché ero pur sempre seduto in sala e stavo pagando per uno spettacolo. Quindi mi sono detto: "Bene Barbie, a noi due. Se sei meno mer*a di quanto mi aspetto, mi lascerò stupire dal tuo mare di confetti rosa. Dacci dentro."

Purtroppo però, Barbie ha estratto una mitragliatrice gatling rovente e mi ha scaricato addosso una serie infinta di confetti dum-dum che mi hanno crivellato selvaggiamente per oltre due ore. Ma andiamo per gradi.
Siccome so già che arriveranno i social justice warrior, l'anonima cinefili, gli esteti della mer*a e tutto il resto dell'armata brancaleone, parto dalla qualità del film come contenuto di intrattenimento.
E poi passiamo al sugo vero e proprio.

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JohnRambo  26/09/2023 13:21:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ottima recensione, grazie.
Purtroppo, devo anche anticiparti che quanto scrivi si piega alla consueta critica classista del "maschio" che rimpiange i "bei tempi".
L'arte è da sempre "instrumentum regnii" e tale è evidentemente questo film, perfettamente piegato all'esigenze del capitalismo: da molto tempo le donne sono bersagliate filmicamente dal "meglio sole". Nessun film di una certa presa verso le giovani generazioni parla di legami "amorosi" se non hanno un risvolto tossico o negativo. Le grandi "eroine" dello schermo sono donne sostanzialmente sole, lontane dalla possibilità di nutrire sentimenti. Questo "indottrinamento" trova il suo duale nella frequenza con la quale vengono snocciolate le stastiche sui "femminicidi", come fossero la norma e non l'eccezione in una società avanzata come la nostra. Che poi, avanzata. Stiamo regredendo, perdendo la nostra "battaglia", checché ne dicono gli alfieri post-modernisti: non facciamo figli, e con le vicende di cui spesso si parla, si cerca di trasformare in oggetto di consumo pure il parto e la genitorialità. Una società senza figli è perdente e verrà, a torto o a ragione, rimpiazzata.