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RAPITO regia di Marco Bellocchio

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     8½ / 10  03/08/2023 01:05:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Uno dei punti più alti della filmografia di Bellocchio (che ultraottantenne dà una lezione di Cinema che molti giovani cineasti si scordano!) ma anche uno dei suoi film più ambigui e contraddittori. Analizzando il film per la sua grandissima ricostruzione Storica cfr. dagli anni dell' Oratorio Vaticanista a Porta Pia al capezzale della madre (una Barbara Ronchi esordiente di ottime premesse, che ricorda una giovane Alida Valli nonostante non ne abbia la stessa umiltà) posso ben dire che si tratta di uno dei più grandi film Italiani degli anni Duemila. Le perplessità riguardano l'approccio Laico di Bellocchio alla Religione, aspro ma mai abbastanza oltraggioso v. Il Cristo che scende dalla croce come Metafora umana (chiedo inutile fastidiosa o necessaria?) o i rituali delle Preghiere in ebraico o cattoliche messe in discussione da un certo (pretestuoso?qualunquista?) abnego Anti-Clericale. Anche la stessa figura del Pontefice è ora laida ora commovente. superare questo dissidio interno per un film che - ripeto - è di una bellezza, di un pathos visivo, di un'attualità sconcertante (immagino a quale figura di questi decenni farebbe riferimento suo malgrado, visto che se ne parla tuttora!) gli interpreti, la capacità di raccontare i Nuclei famiglia+famiglia, l'Appartenenza, la Decontestualizzazione degli Eventi, in nome di un D.io Imposto al quale il protagonista deve Odio Amore Rispetto e Rinnegazione, tutto.