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RAPITO regia di Marco Bellocchio

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Boromir     8 / 10  28/06/2023 13:52:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La ricostruzione della vicenda Mortara è l'ennesimo tassello di un percorso critico dell'oscurantismo clericale che ottenebra il senso d'appartenenza nel bel mezzo dei tumulti storici, uno sguardo registico equidistante e psicanalitico sulla contrapposizione ambigua tra laicità e dogma. A ottant'anni suonati, Marco Bellocchio si muove in uno spazio d'immagini e luci di grande potenza visiva (altissima la citazione a Michele Cammarano) con il vigore creativo della seconda giovinezza. La brusca accelerata di ritmo dell'ultimo atto è l'unica vera debolezza di un'opera figurativamente d'alto livello (funzionalissimi e invisibili gli inserti CGI), filologica nell'uso dei dialetti (c'è davvero stata, infine, l'Unità d'Italia?), magistralmente eseguita da un'ensemble diretta in punta di penna.

Sentire il pubblico in sala ridere di gusto alle innocenti uscite di Christian Mudu non ha avuto prezzo ("Io ho pregato tanto, ma qualche volta mi sono addormentato").