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RAPITO regia di Marco Bellocchio

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Thorondir     8 / 10  07/06/2023 11:54:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Questo di Bellocchio è un film che si situa in un lungo solco in cui il regista ha trattato la storia d'Italia: fascismo ("Vincere"), seconda repubblica (senza che li cito tutti, e c'è anche la serie tv "Esterno notte") e ora le origini dell'Italia unita. Fascismo-mafia-cattolicesimo come elementi costitutivi dell'identità nazionale e della ribellione alla stessa. Nel cinema di Bellocchio c'è sempre la tensione tra adesione al potere e suo rifiuto e/o messa in discussione (lo fa Mortara in questo film, lo fa Buscetta in "Il traditore"). "Rapito" è quindi una nuova analisi sul potere italiano e sulle radici stesse del nostro paese e punta molto su una potenza delle immagini che ha momenti tra i migliori del Bellocchio degli ultimi anni (personalmente ho apprezzato tantissimo la potenza della scena del Cristo "liberato"). Un atto d'accusa di Bellocchio al potere, costretto a strisciare (il figlio di Dio scende dalla croce, il rappresentante degli ebrei di Roma striscia davanti al papa, lo stesso pontefice striscia sulle scale, il giovane Mortata è costretto a prostrarsi e leccare a terra). Di fronte ad un potere intriso di volontà di supremazia e che vorrebbe subordinazione, di fronte ad un potere divino e umano tutto materiale e legato alla terra piuttosto che alla trascendenza restano i tumulti interiori degli esseri umani e le lacerazioni identitarie e sentimentali. Un'opera cupa, oscura, iconoclasta, visivamente (e anche musicalmente) potentissima. Uno sguardo quasi antropologico sulla radici della nostra contraddittoria Italia.