Mauro@Lanari 6 / 10 12/05/2023 16:16:25 » Rispondi "L'algoritmo Netflix" (Luca Pacilio) "Aneddoto. Al festival di Venezia intervisto per FilmTV, a strettissimo giro, Rebecca Zlotowski e Romain Gavras. La prima, a proposito della costruzione narrativa del suo 'I figli degli altri', osserva che «quando non proponi svolte evidenti o colpi di scena, chiedi al pubblico di attendere, perché comprenderà il tuo disegno solo alla fine. E questo può disorientarlo. [...]. Ma ho voluto questa cosa, è una dichiarazione anche politica. [...], un film che non si dichiara nei primi 20 minuti probabilmente non sarebbe accettato in una piattaforma. Questo tipo di sfida la puoi lanciare solo con il cinema: per questo la sala va difesa». Romain Gavras [...] afferma che il suo film targato Netflix 'Athena' inizia con un pianosequenza da capogiro anche perché è destinato alla piattaforma e deve essere dirompente fin dai primi minuti. Mi impressionò questa coincidenza e, in maniera più o meno identica e con umoralità variabile (dal preoccupato all'indifferente), l'ho ritrovata in altre affermazioni di registi lette di recente." 1) Intanto adesso sapete il perché dell'improvviso proliferare di tale virtuosismo: i long take non sono più indici d'autorialità ma strumenti di fidelizzazione. 2) "AKA" è la denuncia del (neo)colonialismo francese per gl'abbonati allo streaming che non hanno tempo da perdere né attenzione da dedicare. Dunque "La battaglia di Algeri" però impasticciato con "Léon ": Pontecorvo e Bresson, un blando remake del film con Jean Reno e Gary Oldman per chi nel '94 ancora frequentava la scuola dell'obbligo. Sufficiente poiché in giro c'è molto di peggio.
Mauro@Lanari 12/05/2023 18:47:16 » Rispondi PS: il film termina con in colonna sonora Josh Cohen e la sua cover strumentale di "Hurt" (https://music.youtube.com/watch?v=6QwzriB74j8), che sui titoli di coda viene attribuita a "Reznor, Trent" (https://i.imgur.com/0yifCPg.png).