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LA QUATTORDICESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO regia di Pupi Avati

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     6 / 10  12/05/2023 02:03:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Credo nella sincerità di Pupi Avati, anche se il tutto mi è sembrato falso e tendenzioso, del resto mi sono commosso pensando alle mie esperienze personali e dunque per questo mi sento di promuovere il film anche con qualche riserva. Credo di giudicare da spettatore, insomma, non da appassionato di cinema. Avati è il regista più retorico d'Italia, il suo manierismo affonda nel sepolcro della memoria, non "sporca" mai ma rende inutilmente poetica la sua Arte. Quando ha rischiato con i film di genere o mettendo da parte l'alchimia dei sentimenti per la giusta cattiveria ha creato veri Capolavori (mi torna in mente "Regalo di Natale") altrimenti si immerge su una prosa dove l'anacronismo fa capolino ovunque, rifiutando ogni trapasso di Modernità anche quando sarebbe necessario (non diverge molto la Bologna degli anni 70" da quella di dieci, quindici anni prima). Comincia il film e si citano le cartoline Liebig, guardacaso sembra di rivedere un vecchio film di Carmine Gallone... Non si capisce perché l'alter-ego Lavia debba invecchiarsi più del dovuto, anche nel modo di camminare... La solita stessa canzone, quella di Cammariere, riproposta per tutto il film fino a sfiorare il parossismo Vs la maniera. Certe scelte stilistiche sono destinate a fallire miseramente fin dall'inizio v. Il padre defunto non emozionano e infastidiscono assai. Se la cava Lopez, inutili i camei (Patrizia Pellegrino e Sidney "lifting" Rome) ma la vera sorpresa è proprio lei, la splendida Fenech. Entra nel personaggio senza strafare di Recita come purtroppo fa Lavia e offre una performance emotiva e coinvolgente, l'avreste mai detto? Io dico di sì. Verso l'epilogo un paio di sequenze fanno sperare, salvo chiudersi nel segno di un Cinema che alcuni trovano bellissimo e altri detestano, in perfetta antitesi con un Cineasta che, al di là di tutto, ha realizzato molto, e merita per questo grande rispetto e tanta stima. Nella sofferenza nella malattia nel dolore che lenisce ogni sentimento cfr. Piuttosto ambiguo quello per l'amico da cui il protagonista stava per avere un bonifico, sembra sempre che la bellezza della vita salvi ogni conflitto. Ma sempre guardando indietro, a ciò che eravamo