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RESPIRO regia di Emanuele Crialese

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elio91     8½ / 10  02/04/2011 16:50:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Strano rapporto quello con Respiro: visto già due volte ma per un motivo o per l'altro sempre a pezzi e quindi mai ero riuscito ad inquadrarlo in un'ottica precisa,pur avendo capito le indubbie qualità del film sia tecniche (fotografia,colonna sonora,regia)sia di sceneggiatura. Da un pò mi ero ripromesso di guardarlo dall'inizio alla fine e finalmente ci sono riuscito e da dire ci sarebbe molto.

Prima di tutto,la pelle d'oca. La pelle d'oca per delle scene (aiutate dalle musiche magnifiche) costruite con una tale naturalezza e intensità da toglierlo,questo Respiro.
Poi la bellissima ambientazione lampedusana in cui sembra di essere in un altro universo arcaico in cui tutto è ancora selvaggio e rozzo in un senso naturale del termine: i bambini e ragazzini che sin dalla prima sequenza si rincorrono nudi e come selvaggi si azzuffano (rischiando anche grosso),il rapporto con la natura rappresentata da un mare azzurro e immenso come gli occhioni della Golino,qui straordinaria nel ruolo di una madre non madre che deve essere seguita dai propri figli perché apparentemente disturbata; emblematico il suo rapporto con la famiglia,con un marito che la ama ma che riesce anche a ferirla (il cane),con dei figli (specie quelli maschi) che badano a lei come fosse una loro sorella più che una madre (il figlioletto che le da ordini).
Ci sono i pro e i contro di una provincia chiusa e lontana come quella del villaggio pietroso di Lampedusa qui rappresentato; se da una parte il contatto con il mare e il paesaggio è qualcosa che rimanda alla primitività di un paesaggio anch'esso primitivo e non ancora inquinato,lo stesso non si può dire di un certo tipo di chiusura mentale del luogo in cui una donna libera e anticonformista come Grazia non può essere,appunto,libera. E allora l'unica alternativa diventa fuggire da tutto anche se non da tutti (il figlio le sarà sempre al fianco,e paradossalmente anche il marito pure se da lontano): inizialmente sarà emblematica la sequenza del peschereccio francese in cui Grazie vuole imbarcarsi come per fare una semplice gita.
Il rifugio diventa poi la stessa isola,coi suoi luoghi inaccessibili e nascosti.
A liberare Grazia dal pregiudizio può essere solo un miracolo che nel finale arriva: il miracolo è tradizione ma anche libertà. Finale stupendo sotto questo aspetto surreale ma anche potentemente metaforico.

La scelta di Crialese di avvalersi di attori professionisti uniti ad altri presi direttamente sul posto si rivela vincente e poco conta capire o no il dialetto stretto che si parla praticamente per tutta la durata di Respiro poiché la potenza del racconto non ha bisogno di una comprensione dialettale né di sottotitoli. Questa è un'altra grande forza del film,riuscire a raccontare senza mai annoiare una storia comprensibile a tutti e che colpisce per l'intensità e l'originalità con cui viene raccontata,in bilico tra un realismo quasi disperato unito a momenti davvero fuori dal mondo (le scene sott'acqua,le più intense).

Apprezzato moltissimo all'estero,fa strano sapere che in Italia questo tipo di cinema è stato svalutato e addirittura ignorato in larga parte. Brutta cosa perché è una delle cose più felici fatte dal nostro cinema negli ultimi 10 anni per originalità e bellezza.