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JOHN WICK 4 regia di Chad Stahelski

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Boromir     7½ / 10  31/03/2023 17:07:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Giungendo a quota quattro, la saga di John Wick presenta una radicalizzazione di quelle formule estetiche che avevano brillato nei capitoli precedenti, trasformando la stilizzazione dell'azione violenta in arte del movimento. È anche il capitolo più oscuro, serioso, globalizzato, corale e colto: nei quattro anni trascorsi da Parabellum, il corpo di Keanu Reeves ha inevitabilmente iniziato a perdere lo smalto, e ciò ha finito con il riflettersi sull'iter stesso dell'Uomo Nero, la cui granitica imperturbabilità viene erosa dall'incedere del tempo e dalla forsennata ricerca di vendetta ed espiazione. Per quanto non manchino i guizzi ironici dei predecessori, lo schema narrativo tende con forza a venature crepuscolari; il lato ludico dell'azione trasfigura il sentire tridimensionale di personaggi nubilosi (l'elaborazione del lutto; il fatalismo della parentesi familiare dedicata a Rina Sawayama e Hiroyuki Sanada; le amicizie virili in sintonia filosofica con i classici heroic bloodshed di Hong Kong).
In compenso, se qualcuno può accusare un certo appesantimento all'economia di un racconto pregno di personaggi, gli apparati stilistici non conoscono cedimenti: Chad Stahelski continua a baloccarsi con i piani-sequenza, gli orpelli della mdp (che scivola sicura tra i neon, l'acqua e i variopinti arsenali di mille location internazionali), le coreografie vorticose e le contaminazioni transmediali (l'iconografia dei manga, l'iperrealismo da videogioco), erigendo un sontuoso monumento allo spettatore e alla cultura pop del nuovo secolo. Tra mille citazioni cinefile a gente come John Woo, Tsui Hark, Walter Hill, Kubrick..., e le gradite new-entry di Bill Skarsgard e Donnie Yen, ci si gode facilmente lo spettacolo.