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SHADOW (2018) regia di Zhang Yimou

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Boromir     7½ / 10  15/06/2023 21:17:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
A due anni dalla grossolana trasferta hollywoodiana di The Great Wall, Zhang Yimou torna in patria e firma un wuxia sanguinolento, in equilibrio tra rievocazione kurosawiana (i prestanome sacrificabili di Kagemusha) e tragedia shakespeariana sui dualismi. Pur con qualche prolissità nella mezz'ora iniziale e un cast non particolarmente carismatico (la recitazione non va comunque al di sotto di standard accettabilissimi), l'opera mette al centro di tutto l'ambiguità dei dualismi di luce-ombra, maschile-femminile, realtà-menzogna; con un'estetica monocromatica debitrice alle antiche inchiostrazioni cinesi, Yimou esalta i rapporti tra personaggi chiaroscurali e va pure oltre la calligrafia della violenza trasformata in poesia visiva. Rispetto ai classici del genere firmati dal regista, le coreografie acrobatiche dell'azione sono ridotte al minimo (pur non mancando di quella estrema raffinatezza ravvisabile solo in Wong Kar-wai e pochi altri), mentre molta valenza viene data invece a una disperata resa dei conti tra fendenti di luce scottiani nell'oscurità e sguardi che esplorano lo spazio scenico alla ricerca dell'adulterio o dell'intrigo del potere, in un estremo tentativo di aggrapparsi alla vita nel pieno dei tumulti della Storia. Memorabile l'uso coreografico degli ombrelli, capace di eguagliare i risultati raggiunti da Sparrow di Johnnie To.