EddieVedder70 9 / 10 07/05/2023 23:34:38 » Rispondi Raramente avere idea di cosa si andrà a vedere, può essere molto utile. Approcciarsi al nuovo di Ari Aster senza una "base", però, può essere respingente. Diversamente, con un po' di consapevolezza, pazienza e disponibilità, può essere una gran bella esperienza. Ma partiamo da una premessa che mi sembra doverosa. Dopo un film "sorprendente", alla seconda opera, gli Autori, se solidi, si confermano. La prova del "9" è quindi la terza. Dove quasi tutti tendono, anche grazie al budget, a spingersi oltre, ad esagerare, a compiacersi. Così anche Ari Aster, pur non abbandonando le sue storie su comunità chiuse/sette (anche qui ci sono circoli ristretti di persone), genera un'opera che è una seduta di psicanalisi, dove qualcuno ci vede l'arte di Fellini, altri di Bunuel, qualcuno di Lynch o Polanski e a seguire una serie di altri importanti e "particolari" Autori. Con questa premessa e consapevole dell'essenziale sceneggiatura attorno alla quale si sviluppano 3 ore di film, mi aspettavo qualcosa di non comprensibile alla "INLDAN EMPIRE"; e invece? invece, la visione non mi è risultata ne fastidiosa, ne respingente, ne irritante; paradossalmente nemmeno così lunga. Ari Aster è eccellente nella messa in scena, il comparto tecnico è notevole, a volte autocitazionista (come con la ripresa capovolta, qui impreziosita da un gioco di riflessi, che poi riprenderà in più occasioni), capace di adattarsi alla narrazione, cambiando costantemente fotografia/colori/filtri, stile e montaggio. Vi sono delle sequenze (soprattutto nel primo atto), capaci di mettere addosso vera ansia, altre imbarazzo, ma mai ho provato disturbo, mi sfuggono le reazioni raccontate sui social. Nel centro, il solito prezioso J.Phoenix, a suo agio in questi ruoli di disagiato, complessato e vittima (già sviluppati ampiamente nella sua lunga filmografia) E il film? ecco ... "qualcuno si è fatto un film"? sarà stato Aster stesso o più probabilmente BEAU il protagonista: un inadeguato, spaventato, probabilmente affetto da Asperger, figlio di "castrante" mamma, o... ,forse il film l'ha fatto la MAMMA? uscito dalla sala (eravamo in 7) mi ronzava un pensiero e cercando di ricomporre quanto avevo visto, ho avuto una suggestione. Di seguito la "mia" spiegazione al film, da leggere solo se lo avete già visto
Beau ha paura, ha davvero paura, un po' come il Bob di "Tutte le manie di Bob" ha una forma di autismo che gli impedisce di vivere con naturalezza quanto accade attorno a lui, pertanto siamo tutti portati a credere che quello che vede è solo nella sua mente. Il primo Atto (il più riuscito) è eccellente in tal senso e riusciamo ad accettare tutte le follie, perchè siamo nella testa di Beau. Ci siamo fin dalla sua nascita, prologo che al cinema al buio e con il giusto sonoro, non può che esserci rimasto dentro. Dal secondo atto in avanti (la famiglia troppo accogliente), ci spostiamo ma la sensazione è che Beau non sia così folle, anzi ci rendiamo conto che lui ha solo paura, si sente semplicemente inadeguato, incapace. Non c'è follia nella sua testa, anzi i suoi pensieri, i suoi ragionamenti sono di persona lucida, ossequiosa, mite. Così, si insinua in me l'ipotesi che quello che di folle accade, forse, forse.... accade veramente. Così arriviamo alla scena "madre", dove Beau finalmente arriva a casa della defunta mamma e si perde nel leggere attestati, riconoscimenti, titoli conquistati da quella mamma così totalizzante. Ci sono delle foto, tante foto che compongono il volto di lei. Sono i suoi dipendenti? mi sembra di riconoscere qualche volto incontrato in uno dei precedenti Atti. Ecco, per dare risposta alla mia "suggestione" dovrei rivedere con un fermo immagine queste foto. In questa sequenza ci sono tutte le possibili risposte, ma poi la conferma è ancora in altro episodio. Ad un certo punto ricompare un personaggio dato per morto (tra l'altro attore appena visto in As Bestas, attore che se non avessi visto quel film, mai avrei focalizzato); com'è possibile che sia ancora vivo? Poi il gran finale, che ci svela un vita spiata da telecamere. Riprese già "spoilerate" da una delle "attrici" (la mamma della copia troppo accogliente) di qualche atto prima. La mia suggestione trova compimento. Lo psicologo è attore, la fidanzatina dell'adolescenza è attrice, anche la mamma inscena un ruolo. Siamo dentro un SET, siamo dentro un BEAU Show, novello Truman. Ogni atto si svolge in set circoscritti. Come è possibile? La mamma è ricchissima e pare avere il controllo su tutto (anche sulla sua morte inscenata). E' lei burattinaia di suo figlio (usato anche con testimonial per qualche cura). Lei gelosa delle attenzioni di lui, non disposta ad accettare di condividerlo con nessuno, al punto di chiuderlo in una virtuale prigione. Lontano da affetti altri, impossibilitato a proprie iniziative, Beau non può emanciparsi. Qual è il miglior controllo che si può avere sulle persone (ma anche sulle masse)? La PAURA. "Devi prendere la pillola, ma attenzione sempre con dell'acqua" cos'è se il più forte dei condizionamenti?
Può sembrare folle, ma rileggendo il film intero come un "Truman show" tutto torna