Ciumi 7 / 10 09/09/2009 18:31:19 » Rispondi Se in una piccola gabbia senza uscite fosse rinchiuso un topo, e su di essa venissero fatte passare di continuo alcune brevi scariche elettriche, nell’impossibilità di una qualsiasi diversa reazione, allora, noteremo come l’organismo del roditore comincerebbe ad auto-lesionarsi: il pelo s’arriccia, lo sguardo si fa spento, il respiro affannoso. Se ora invece fosse deposto un altro topo nella stessa gabbia, osserveremmo come a breve i due troverebbero sfogo ai propri disagi cominciando a lottare tra loro. Pertanto il pelo si distende, lo sguardo ritorna vigoroso, il fiato si fortifica, nello scontro reciproco i due hanno trovato la sola cura al proprio malessere.
Quest’esempio, presentato nella pellicola da Resnais, è esplicativo di molti dei comportamenti umani. Il regista lo applica ai tre protagonisti d’una commedia, filosofica ma con leggerezza; ne fa cavie da laboratorio, da analizzare con rispetto; ove l’amore diventa materia scientifica di studio.
In una gabbia angusta e serrata, la vita d’un uomo, percorsa in continuazione da brevi scariche d’ansia, di sofferenza, di noia, di vago terrore; domina il conflitto, la lotta, lo scontro… la guerra come nostra unica “pace”; e l’odio, la nevrosi, il grido.