kowalsky 5 / 10 11/08/2012 23:47:00 » Rispondi Il sogno, l'elegia nostalgica di Avati, questa specie di vecchia cartolina da tramandare ai posteri, trova qui una delle espressioni più irritanti del suo cinema. Ecco una trasposizione da musical nelle campagne emiliane, fatta con quei piccoli gesti quotidiani del tempo che fu che vorrebbero essere poetici e commoventi e sono soltanto noiosi. Talvolta l'esercizio di grazia gli è riuscito divinamente ("Jazz band", "Una gita scolastica", "Un cuore altrove") ma io continuo a preferirlo meno stiloso e profeta di ottimi film di genere, o nei bizzarri camp ("La mazurka..."). Non me ne voglia Fats Waller, ma un vecchio grammofono che suona le big band del jazz è sempre molto più eccitante