matt_995 6 / 10 27/08/2023 23:50:54 » Rispondi Parte a bomba con uno dei prologhi più belli e geniali della saga (per originalità lo paragono al quarto)
Con il killer che adesca su un simil Tinder e il primo Ghostface (Zero di Gran Budapest Hotel) subito fatto fuori da un altro Ghostface.
E l'ambientazione Newyorkese ha un certo fascino da film metropolitano anni '80. Però boh, i pregi finiscono qui: il film prosegue stancamente suddiviso a livelli, a mo' di videogioco. Il killer attacca, ammazza qualcuno, qualcuno si salva, i superstiti chiacchierano e il killer attacca di nuovo. Con l'aggiunta che tutte le vittime sono personaggi meno che monodimensionali, alcuni sono semplici comparse o personaggi di cui a malapena conosciamo il nome. Semplice carne da macello verso cui è impossibile qualsiasi forma di empatia o coinvolgimento. Mentre invece i protagonisti si salvano puntualmente, nonostante la mole di coltellate. Tra le vecchie glorie, Kirby non fa sto gran figurone, era più simpatica nel 4. Ma è la Gale Weathers della Cox a rubare la scena a tutti, Ghostface compreso, confermando per l'ennesima volta che il suo è senza dubbio il personaggio meglio riuscito della serie. E la sua lotta col killer è probabilmente la scena più spaventosa del film.
Sull'identità dei killer stendiamo un velo pietoso. Il poliziotto è l'unico sorprendente. Del ragazzino non frega niente a nessuno. La bionda invece ce l'ha scritto in faccia, specie quando se ne esce con la storia del fratello morto. Perché far raccontare quell'aneddoto a un personaggio così secondario? È ovvio che fosse un'informazione scritta solo in funzione del disvelamento finale. La sua finta morte poi è un buco abenorme della trama.