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AFTERSUN regia di Charlotte Wells

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Invia una mail all'autore del commento williamdollace     10 / 10  06/01/2024 22:45:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Cinema che non vedevo da anni, l'opera prima della scozzese Charlotte Wells.

Padre e figlia, in vacanza (mostruosi Paul Mescal (Calum) e Frankie Corio (Sophie) all'esordio).

Cinema di superfici e cenni, di materia implosa, di liquidi e fango e acqua dolce e salata, cinema privo di retorica che sfiora obliquo senza pressione temi difficili immersi nel magma che significa diventare grandi o esserlo troppo presto, che significa vivere, soffrire, amare, desiderare, bastarsi e bastare.

Momenti indiretti che inchiodano lo sguardo e che si moltiplicano sulle superfici, della telecamera amatoriale in mano ai due eccezionali protagonisti, sulle superfici dell'acqua del mare, delle piscine, degli specchi, delle polaroid che prendono vita, nella luce di un ballo notturno, come due vite che che evolvono intermittenti in una danza notturna e i ricordi con esse, affidati alle storie raccontate dalle trame dei tappeti turchi e dalla vita divenuta adulta, un'opera essenziale e monumentale nella sua poesia, piccola e grande, di inizi di conclusioni in cui nulla si conclude ma torna indietro, rivive e rimuore nelle immagini della memoria, perché se non posso riprenderlo posso ricordarlo (Papà… okay, non sta riprendendo. Lo registrerò soltanto nella mia piccola… camera della mente), nelle periferie degli occhi, al centro del cuore, con i piedi sul tappeto, nel respiro di quell'abbraccio in VHS.

Una liturgia sull'amore, sull'incombenza di perdita, di corpi, minuti, ore, chiavi, tempo da 35 mm, che non torna più.