cupido78 8½ / 10 12/10/2023 14:34:34 » Rispondi Divario. Mi viene in mente solo il divario, ad oggi incolmabile, con gli autori nordici(e non solo). Nella drastica decisione della narcisista patologica del film ci sono tutte le nostre tendenze di status di vittima (chi non ha mai immaginato il giorno del proprio funerale mentre gli altri si disperano per la nostra assenza). è una storia che poteva essere raccontata in tanti modi, ma Borgli va dritto al punto, senza pietà s*******ndo non solo noi vittime, ma il sistema da cui nasce la nostra malata voglia di essere al centro dell'attenzione, a prescindere dalle nostre capacità o dalla nostra empatia con gli altri. Un plot che in italia sarebbe rimasto un doc di word sul desktop dell'autore. Qui devi avere l'approvazione del Ministero, della Rai,di Raicinema, del distributore che impediscono a queste storie anche di arrivare allo status di sceneggiatura. Siamo ai minimi storici, pur sfornando 350 film all'anno per il profitto dei produttori che puntano a drenare fondi pubblici, gonfiando piani industriali, e fare profitto senza alcun interesse per il pubblico, il buon gusto, la competitività mondiale con il cinema con la C maiuscola.