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UNA STORIA MODERNA - L'APE REGINA regia di Marco Ferreri

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amterme63     7 / 10  08/06/2010 18:11:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un film intinto fino al midollo negli anni '60. Per apprezzare pienamente questo film bisognerebbe essere al corrente delle discussioni etiche e sociali dell'epoca.
L'Italia (soprattutto in ambiente urbano) stava rapidamente modificando lo stile di vita, verso una condotta più libera, più agiata e più dedita ai piaceri (vedi nel film la facilità con cui venivano vendute le Citroen nuove fiammanti -all'epoca-). Questo nuovo stile più "godereccio" entrava in conflitto con i cardini morali della società, considerati come sacri e quasi intoccabili: la famiglia, le cerimonie, le tradizioni, la religione. Guai a quel tempo a contestare apertamente il matrimonio, propugnare il sesso libero e la condotta indipendente soprattutto per le donne. Imperava poi lo stereotipo del maschio sciupafemmine e dominatore.
Ferreri (sempre coadiuvato dal fido Azcona) come suo stile cerca di corrodere in maniera indiretta questi fondamenti "intoccabili" ormai vistosamente in declino. Lo fa con la sua solita ironia coperta, di solito nascosta dietro piccoli particolari apparentemente insignificanti e con il distacco e la "cattiveria" verso i personaggi.
Ecco quindi che l'immagine della donna vergognosa, timida, remissiva viene in qualche maniera rovesciato e buttato addosso all'idea del maschio dominatore. Nel film la moglie così "devota" e ligia, si trasforma in un'assatanata succhiasesso, giusto per arrivare proprio al "fine" della famiglia, cioè la procreazione. Il bello del film sta proprio nel metodo dell'iperbole, nell'esagerazione di cio che è "norma" fare, tanto per mostrare quanto le convenzioni siano assurde e ridicole.
C'è poi il tipo "antisentimentalismo" di Ferreri. C'è un grande sfoggio di amore, devozione, amicizia ma poi alla prova dei fatti si dimostra è tutta apparenza, dietro domina l'esatto contrario, il proprio egoistico tornaconto. Come succede spesso nei film di Ferreri, le disgrazie vengono "piante" più per forma e tutto continua forse "meglio" di prima. E' il tipico "cinismo" di Ferreri, secondo me molto realistico.
Non mancano le solite frecciate alla chiesa (vista come molto secolare) e all'ipocrisia dei rapporti familiari. Inizia con questo film il grande sodalizio di Ferreri con Tognazzi, adattissimo a questo tipo di ruolo. Bravissima anche la protagonista femminile. Nonostante la bravura degli attori e del regista, il film non ha secondo me una grande consistenza, almeno a me ogni tanto ha annoiato un po'.
Nonostante che tutto adesso appaia quasi innocuo, all'epoca era visto come scandaloso e estremamente irriverente. Questo film ha patito tagli da parte della censura e addirittura Ferreri ha dovuto farlo precedere da una didascalia in cui faceva professione di fede nei "principi incrollabili" della coesione sociale: famiglia e religione. Altri tempi, per fortuna. E pensare che qualcuno li vorrebbe addirittura restaurare !!!