caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

NOTTE PRIMA DEGLI ESAMI regia di Fausto Brizzi

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Edo     7 / 10  26/03/2006 21:35:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Film onesto, ben confezionato e divertente, sopra la media dei filmetti televisivi italiani, con una buona fotografia, attori bravi in quel clima di "innocenza" alla anni ´80 (anche se le musiche e i "vestiti" non bastano a fare di un epoca, la sensazione dell´epoca)
Regia giusta, a disposizione di una sceneggiatura fresca e senza rpetese.
Comunque, un prodotto studiato a tavolino, ma riuscito
stelligia  27/03/2006 20:15:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
a me invece sembrava prorpio che i protagonisti fossero completamente immersi in quegli anni...secondo me la sensazione dell'epoca è resa molto bene invece!
Edo  28/03/2006 10:25:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Io ho fatto l´esame di maturitá quello stesso anno, e quello che ho sentito mancare é la multifaccia degli anni ottanta: c´era un contesto alla "Warriors" nel senso di tribù... mi spiego, come go detto nel commento, mi è piaciuta la freschezza nostalgica del protagonista, quel vagheggio romantico che no trovo più nei ragazzini di oggi, ma gli anni ottanta si fermano lí: tutto il monmdo attorno l´ho sentito solo vestito con abiti dell´epoca (e poi certi forzati, come il poster edi Goldrak in camera si sente che è la nostalgia di un adesso trentenne, perchè a 18 anni non mettevi Goldrak, ovvero, potevi anche metterlo, ma se lo fai vedere al cinema sembra il dato di fatto...) e infarcito delle (belle) canzoni della newromantik.
Comunque, buono se invece tu hai sentito il clima, hai gustato meglio il film.
Ciao ciao

stelligia  29/03/2006 20:07:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
io nn liho vissuti come te perchè sono dell'85 quindi nn ho un esperienza diretta! mi è sembrato di tornare indietro nel tempo, questo si!
paul  29/03/2006 14:47:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
OOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOH! GOLDRAKE! Non Goldrak! Comunque mi trovo d'accordo sia con te che con Stelligia. E' vero, certe forzature sono da trentenne nostalgico (il poster di Goldrake lo si mette semmai adesso, non ci pensavamo a 18 anni), però allo stesso tempo gli anni '80 sono descritti molto bene, specialmente nel look, nelle feste in casa (c'era davvero quella voglia di divertirsi, ricordo che anch'io ci andavo con la musica a tutto volume), nella spensieratezza e nella voglia di far gruppo. Le tribù sono scomparse verso la metà degli anni '80, anche se è vero che nel 1989 mica si ballava Wild Boys!
Edo  29/03/2006 21:30:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Infatti mi ricordo che con Wild Boys andavo ingiro con il radiolone alla Street Dance nella via affianco al mio palazzo dove c´erano ragazzine (avevo sui 13/14 anni...)
I gruppi è vero, erano giá in estinzione per volere commerciale (le ditte puntarono sui gruppi più economicamente agiati dal,punto di vista immediatamente visivo, ovvero paninari evoluti in yuppies, e comunque, punk, dark e via dicendo, emarginati), tuttavia, seppur concordo con voi nel dire che si respira una certa aria anni ´80, ho sentito alcune forzature cinematografiche che mi hanno fatto vedere l´impalcatura di finzione attorno, e sentire un look verosimile ma non realista... ciò, buoni i vestiti, ok per le musiche, ottimo la vena romantica (hai detto bene per la festa), però, un che di finto ha fatto si che tutto solo mi sfiorasse... forse le faccie dei protagonisti, che se pur dosati e bravini, non erano facce da anni ´80...
Comunque, vai per Goldrake (tu la vedesti la prima puntata che l´annunciatrice sulla RAI diede quella sera fantastica, rompendo il monopolio cartonistico della Hana e Barbera o del mercoledi di Scacciapensieri?)
paul  29/03/2006 22:40:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
I Cartoni Giapponesi sono stati la vera e propria rivoluzione della televisione italiana.
paul  29/03/2006 22:43:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Goldrake primo cartone giapponese trasmesso in Italia (1978), preceduto due anni prima da Heidi (co-prodotto però con Germania ed Austria. Per molti un fuoco di paglia, ma la sigla cantata da Elisabetta Viviani vendette mezzo milione di copie preannunciando un mercato discografico miliardario, unico da noi in Italia, visto che nè in Europa nè nello stesso Giappone le sigle dei cartoons vendettero così tanto) fu Goldrake- Atlas Ufo Robot, nel 1978.

Per tutto il decennio successivo i teleschermi nostrani furono invasi e dominati da anime dagli occhi a mandorla, e il motivo di tanto massiccio e inarrestabile successo era semplice. Prima dell'arrivo di Goldrake, i programmi televisivi per bambini erano film come Pippi Calzelunghe, La banda dei cinque e Furia, cavallo del West. Alle prime messe in onda di robot e combattimenti spaziali, le reti televisive, pubbliche e private, si resero subito conto che le serie giapponesi erano un bel "business", e le trasmisero a più non posso. Ogni giorno una puntata nuova e appena finiva una serie se ne iniziava un'altra.

Anche il mondo del commercio sfruttò al massimo il successo dei cartoni animati giapponesi: gli eroi furono trasformati in giocattoli, in figurine da appiccicare in appositi album (le famose figurine "Panini"), in astucci, quaderni e cartelle per la scuola, in fumetti con storie esclusivamente italiane. La Fabbri ebbe un notevole successo (Robozzy.com) con la serie di "Candy Candy" e quando questa terminò, inventò nuovi episodi per i propri fumetti. E non dimentichiamo, come scritto sopra,il mondo della musica. Diverse case discografiche produssero le sigle dei cartoni animati, come se fossero delle vere canzoni da hit parade. Bravissimi gli autori e gli interpreti, che si ispirarono alle serie televisive anche per il loro nome, riuscirono a vendere moltissimi dischi. Ancora oggi, in alcune discoteche alla moda, in occasione dei revival viene mixata Jeeg Robot d'Acciao.

Si trattò quindi di una vera e propria rivoluzione, a cui nessuno poteva sfuggire. Le bambine erano innamorate del bellissimo e misterioso Terence, mentre i bambini giocavano con i "trasformer", macchinine che si trasformavano in robot super accessoriati. Bellissimi erano i primi esemplari di questi giocattoli, interamente in metallo. E' vero che le trame dei cartoni animati giapponesi erano tragiche: i protagonisti erano tutti orfani e dovevano cavarsela da soli contro tutte le ingiustizie. Del resto questa era la mentalità del popolo giapponese: lavorare duramente tutta la vita, con impegno e sacrificio, combattendo per non essere sopraffatti dagli altri.



paul  29/03/2006 22:45:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dal sito: regno delle anime, articolo di "Ken Falco". Articolo moooooolto significativo...




"E' difficile spiegare cosa Goldrake abbia rappresentato per tutti noi. Questo robot non è mai stato il protagonista di una semplice serie televisiva, ma il simbolo di un'intera generazione, che ancora oggi non riesce a dimenticarlo.
Ero un bambino di 5 anni alla fine degli anni 70, ricordo poco di quel periodo: in televisione i programmi per i piu' giovani erano pochi e fatti male. La Disney la faceva da padrone e i cartoni esprimevano ideali ''di plastica'' tipici della cultura americana.
Un giorno pero' qualcosa cambio': in tv venne trasmessa una serie televisiva che nulla aveva a che fare con tutto cio' che fino a quel momento ci era stato proposto. La storia era fantastica, trattava di guerre e di pace, di scontri e di amori, di eroi e di malvagi. Qualcosa che mi emozionava, che mi faceva provare dei sentimenti forti ed intensi, in una sola parola: qualcosa che mi faceva sentire ''adulto''.
Da quel momento non persi una puntata, e come me, tanti altri bambini (e non solo). Che bello ammirarlo in azione, vederlo combattere, cosi' forte, cosi' possente e soprattutto cosi' giusto. Mi faceva sentire importante, avevo voglia di emulare le sue gesta, di battermi per qualcosa in cui avrei creduto in futuro (''da grande difendero' il bene'' dicevo a mia madre. Alla faccia di quelli che credono che i cartoni giapponesi trasmettano ai giovani un'ideale negativo, questa ne è la riprova).

Potrei anche sembrare ridicolo, ma credo che la cultura giapponese abbia avuto un peso decisivo sulla mia formazione caratteriale, e su quella di tanti altri ragazzi (credere in ideali positivi, la voglia e il coraggio di seguire i propri sogni, l'importanza dell'amicizia, e perche' no, anche l'impulsivita' e la presunzione di sapere tutto).
Come detto, in Italia scoppio' la Goldrake-mania: tra un compito scolastico ed una partita a pallone, i ragazzi non parlavano d'altro.Ogni oggetto in vendita recava l' immagine del mitico robot, e le polemiche cominciavano a farsi strada lentamente. Le mamme non vedevano di buon occhio quel tipo di violenza, anche se finalizzata ad un obiettivo positivo; i moralisti di ogni eta' scesero in piazza per oscurare la sua immagine e abbattere il mito che si era cosi' affermato. Purtroppo in ogni epoca c'è sempre stato e sempre ci sara' chi cerca di importi una morale, dei valori che LUI ritiene essere piu' giusti dei tuoi (ad esempio facendosi interpreti di una volonta' superiore, ma con quale diritto?), ma non è questo il momento di lasciarsi andare ad un dibattito sulla censura in tv.
E fu cosi' che le emittenti televisive nazionali furono costrette ad eliminare lentamente ma inesorabilmente le serie giapponesi basate sulla violenza, dai loro palinsesti (affidando i mitici ''robottoni'' alle tv locali). Ma nonostante questo il mito di Goldrake non tramonto' e ancor oggi sono migliaia gli appassionati della serie in tutta Italia, e non solo. Goldrake non morira' mai, proprio perche'ha rappresentato un'innovazione nel campo dell'animazione, perche' ha creato un genere nuovo che riusciva a farci emoziare e perche' infine il suo ricordo ci riporta ad un periodo felice della nostra vita.
E non mi vergogno quindi a gridare a distanza di 20 anni:''GOLDRAKE FUOOORI''

Edo  30/03/2006 09:17:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Eh già: io, per dirtela tutta, quando mando in giro il mio curriculum scrivo:

"...Dopo un infanzia felice passata assieme a Goldrake e lo skate..." e non è uno schezo!
Sono anche io sicuro che quella sera del ´78 (grazie per la data), all´età di 7 anni, allo scorrere di quelle prime immagini mai viste, la mia vita ha preso una curva netta e decisiva: Goldrake ha aperto una porta della fantasia che (sempre giustamente come scrivi), era rimasto un predominio perbenista disneyano e, grazie al cielo, di qualche Willy Coyote... ma con Goldrake il mondo si trasforma, la sua visione, le possibilità infinite di volare con la fantasia.
Non dimentichiamo poi, infarcendo nelle varie telesanterno (la nostra tv locale aRavenna) o Junior tv (ma già moderna e in ripescaggio delle seri), passando dall´Uomo tigre a Daitan 3, la rivoluzione successiva che, a mio avviso (non so se concordi) arriva con GUNDAM...