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GESU' DI NAZARETH regia di Franco Zeffirelli

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Niko.g     8½ / 10  24/11/2011 13:35:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Duecento attori, centinaia di comparse, otto mesi di riprese. Basterebbero questi dati per ricordarci che ci troviamo di fronte alla più imponente opera mai realizzata sulla storia di Gesù, un vero e proprio kolossal. Dico questo, per sottolineare il carattere cinematografico (e non solo televisivo) di questa pellicola e l'imponente macchina che Zeffirelli ha dovuto muovere per condurre a termine il suo lungometraggio. Elementi di cui bisogna tener conto nel giudizio complessivo sul film.
Non resta che vedere se questa impresa titanica si è poi tradotta in: fedeltà ai vangeli, capacità interpretativa, messa in scena, coinvolgimento emotivo.
Sulla fedeltà della trasposizione narrativa credo ci sia poco da obiettare. Quella di Zeffirelli non è sicuramente una sceneggiatura rigorosa e minuziosamente fedele al testo del Vangelo, ma è evidente che, nell'enfasi di un adattamento cinematografico coerente (che mai può considerarsi un difetto), i passaggi più significativi della vita di Cristo e del suo messaggio ci sono tutti, così come essi sono indicati nel Nuovo Testamento.
Riguardo alle interpretazioni, mi pare che Robert Powell, da solo, sia riuscito ad oscurare più di mezzo cast (praticamente il top a livello internazionale) e questo dice tutto. Mai scelta fu più coraggiosa e riuscita nell'affidare il ruolo di protagonista a questo attore, all'epoca semisconosciuto, che la spuntò su Hoffman e Al Pacino. Impossibile anche non citare le grandi prove di Christopher Plummer (Erode Antipa), Anne Bancroft (Maria Maddalena) e James Farentino (Simon Pietro).
Sul piano della messa in scena, i costumi e le ricostruzioni ambientali sono ben curati, con una particolare attenzione rivolta alle masse e ai loro movimenti, che creano ulteriore imponenza all'aspetto scenografico. Splendidi i paesaggi e le riprese in campo lungo, accompagnati da una colonna sonora con poche variazioni, ma ben calibrata e impetuosa nel suo superbo refrain.
In alcune fasi del film si percepisce un rallentamento di ritmo con qualche dilatazione temporale, che può compromettere l'attenzione dello spettatore, comunque nel complesso mi sembra che la regia di Zeffirelli sia un ottimo compromesso di lirismo e storicità.
Arrivando, infine, al coinvolgimento emotivo, rientra prepotentemente in gioco l'interpretazione di Robert Powell, con annesso ottimo doppiaggio di Pino Colizzi (inchiodato anche lui alla croce, nel ruolo di uno dei ladroni). Il volto di Powell, da cui straordinariamente trapelano caratteri divini, è di quelli che non si dimenticano, che toccano l'anima facendola vibrare. Il suo vigore e il suo "modus operandi" duro e deciso, gli conferiscono umanità e allo stesso tempo una credibilità e un'autorevolezza che si percepisce non essere di questo mondo, perché non intaccata dalla superbia o dalla vanità, ma carica di una giustizia disarmante, carica di verità. E' lo sguardo di un uomo che è "oltre" e per il quale è difficile provare indifferenza. Una prova attoriale che supera i limiti della macchina da presa e che conferisce a Robert Powell quel carisma e quell'incisività unica, probabilmente irripetibile.

Un'opera completa, romantica, solenne.

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