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GLI SPIRITI DELL'ISOLA regia di Martin McDonagh

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Dom Cobb     6½ / 10  29/09/2023 01:08:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Guardando questo film, mi sono ritrovato a pensare a una classica affermazione: "Un'opera d'arte dice più riguardo chi la osserva che sul suo creatore". Cosa dice riguardo a me il fatto che, dopo aver visto "Gli spiriti dell'Isola", non avevo la più pallida idea di cosa avessi appena visto? Io, che da cinefilo dovrei essere in grado di leggere fra le righe e svelare anche solo un nocciolo di significato nell'opera più astratta?
"Gli spiriti dell'isola" ha eluso tutti i miei tentativi di cominciare a dargli un senso. Anche ora, ripensandoci, non ho idea di come inquadrarlo. Il succo della faccenda riguarda due amici il cui rapporto si rompe dalla notte al giorno a causa del più vecchio e, immagino, il più acculturato dei due, Colm il violinista (Brendan Gleeson); l'altro, Padric il contadino (Colin Farrell), rimane a dir poco confuso da quest'improvviso cambio di atteggiamento. Per il resto del film, cerca di farsi dare una spiegazione plausibile e questa situazione in apparenza innocua si sviluppa in un graduale crescendo fino a estremi che non potete immaginare, in maniera surreale e modi che non hanno molto senso.
Nel corso della sua crociata per conoscere la verità, Padric interagisce con le altre stralunate personalità che popolano l'isola del titolo, Inisherin; incontri strani con persone strane, con pause nelle frasi dove non dovrebbero essercene, risposte strane a domande ambigue, giri di parole o discorsi fin troppo scarni che, in un modo o in un altro, girano sempre a vuoto. Film del genere sono alla mercé di chi li guarda, e ciascuno può leggerci quello che più gli aggrada. Magari è una laconica osservazione su come solitudine e carenza di comunicazione possono deteriorare le persone più bendisposte, o una metafora sulla guerra civile irlandese (i cui spari si sentono spesso dalla terraferma), i cui dettagli sono talmente grigi e poco chiari da essermi sempre sfuggiti; e questo potrebbe aver contribuito al mio non capire.
O semplicemente, è uno scagliarsi contro il fatto che niente in questo pazzo mondo ha veramente senso. Una faida fra due persone in apparenza lucide e ragionevoli viene portata all'estremo perché entrambi i protagonisti reagiscono in modo infantile e irragionevole a determinate situazioni (c'è una scena di confessione con Colm che è emblematica): quindi, la gente agisce in modo sciocco per ragioni sciocche, pur sapendo quanto sono sciocche. Ma ci sono rassegnate, perché sanno che non possono farne a meno, che è nella loro natura. In fondo, non c'è molta differenza fra questa particolare contesa o una guerra, cambia solo il numero di persone coinvolte. Le ragioni, anche le più nobili, sono sciocche e sciocco è il ricorso alla violenza.
O chissà, forse non significa assolutamente niente.
Per il resto, posso solo parlare dell'ottima fotografia, delle solide recitazioni, dello humour nero che ricorre dall'inizio alla fine in dialoghi che sembrano scritti nel mezzo di un trip di LSD per quanto sono a tratti inconsequenziali (certamente per scelta). E del fatto che, nonostante tutto questo (o forse proprio per questo), "Gli spiriti dell'isola" è unico, ha una sua voce. Anche conoscendo la premessa, è impossibile predire dove va e come ci arriva e questo lo rende senz'altro apprezzabile, sempre che uno ci veda una meta. Di nuovo, l'opera d'arte dice più sul suo pubblico che sul creatore.