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GLI SPIRITI DELL'ISOLA regia di Martin McDonagh

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Thorondir     6½ / 10  04/02/2023 23:03:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Continuo a non capire il perchè a Hollywood si straccino le vesti per McDonagh. O forse si, e il problema sta tutto nella picchiata qualitativa del cinema hollywoodiano, così messo male che è prontissimo puntualmente a elevare un prodotto medio come questo a roba che neanche Tarkovskij.

Il film è una chiara allegoria sul popolo irlandese (entrambi i genitori del regista sono irlandesi ed egli stesso ha la doppia cittadinanza britannica/irlandese). Si percepisce il legame intimo di McDonagh con quel paese. Un popolo che si è fatto la guerra, che si è ammazzato a vicenda (non a caso la guerra civile sullo sfondo): i due personaggi (va detto, ottimamente interpretati, con uno dei migliori Farrell di sempre) simboleggiano proprio il conflitto del popolo irlandese sul finire degli anni '20: piuttosto che chiarirsi meglio farsi la guerra, meglio farsi del male da soli (non a caso l'automutilazione), meglio non parlarsi. Così la sorella di Padraic è il simbolo dell'emigrazione irlandese, storicamente caratteristica di questo popolo (tanto più nel periodo in cui è ambientata la vicenda). Questa allegoria arriva in modo chiaro ed è filmicamente risolutiva, cioè questa è la cosa principale che il film vuole dire. Ma McDonagh tocca anche altri temi e in particolare l'importanza dell'arte e quello del trascorrere del tempo: entrambi rimangono temi non eviscerati dal film; l'uno elemento centrale di una "scena madre" (il confronto nel pub sull'arte, Mozart, ecc.) l'altro rimane ancor di più in tracce sparse e mai ricomposte in modo organico e coerente. È vero, qua e là si ride di gusto, ma la scrittura di McDonagh sembra essere molto buona nel trovare momenti di brillantezza battustica, decisamente meno nel sostenere un film-allegorico che svelato il messaggio fila via decisamente piatto.
Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  04/02/2023 23:38:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Beh un attimo, 3 manifesti per me miglior film degli ultimi 20 anni, ma a prescindere dal mio gusto personale è un film scritto benissimo; su questo concordo in pieno con te.
Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  13/02/2023 08:00:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
… peraltro anche questo incensato da pressoché tutti i critici, ma sia a te che a me ha lasciato poco; vedi allora che è normale non trovarsi sempre allineati alla linea critica imperante? L’importante, appunto, è avere buone argomentazioni ed una solida cultura. Ciao!
Thorondir  13/02/2023 12:53:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
In quel mio messaggio non è primario il tema dei critici ma quello dell'esprimere un giudizio su qualcosa che si ammette di non aver capito. Poi sia chiaro, ognuno scrive ciò che vuole e quando vuole. Io ti ho scritto quello perchè è un mio vulnus, io tendo a fare così (ho recentemente visto "Sacrificio" di Tarkovskij e non ho votato e commentato perchè non credo di aver compreso appieno). Detto ciò per me "Tre manifesti" è un bel film (superiore a questo) ma viene fagocitato da una miriade di altri film usciti negli ultimi 20 anni. De gustibus.
Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  20/02/2023 15:57:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
No, fermati: mai detto di non aver capito il senso del film (anche perché non è che fosse esattamente Bergman o Haneke, diciamo: 2 o 3 film li ho visti, gestisco questo sito di cinema da quasi 20 anni e se non altro per osmosi qualche cosetta in testa forse mi è entrata), ho detto che non capisco il senso di fare un film simile, non mi è proprio chiaro il senso dell'operazione commerciale, di quella autoriale, delle scelte registiche, delle scelte di sceneggiatura. Poi ovvio che se millemila critici sono in disaccordo con me mica me la prendo, registro l'informazione e morta lì, ci mancherebbe. Allo stesso modo non ho alcuna prerogativa di convincere te: a te il film con le sue scelte ed il suo stile è arrivato, a me no, ci sta. De gustibus, come dici giustamente tu: anche se poi spesso arriva anche la prova del tempo a dare un proprio giudizio: ci sono film che quando uscirono furono incensati e che poi col tempo sono un po' spariti dai radar o ridimensionati, e tra questi anche alcuni che a me erano piaciuti tanto: Crash di Haggis, ad esempio, e per certi versi perfino American Beauty, e tra i più recenti La forma dell'acqua. Altri, invece, usciti quasi sottotono o nel silenzio della critica, col tempo si sono affermati rimanendo nella memoria o del pubblico o degli appassionati: senza andare a ripescare i soliti Cancelli del cielo o Donnie Darko basti pensare a Il gigante di ferro o a Dark City. Quanto a 3 manifesti, è uno di quei film (assieme a In Bruges) per cui con il passare degli anni aumentano gli apprezzamenti; a me piace anche 7 psicopatici di McDonagh, che invece è stato dimenticato: sono curioso di vedere cosa dirà il tempo de Gli spiriti dell'isola o di Tàr, a prescindere da come andranno gli oscar (Penn vinse un oscar per la sua strepitosa interpretazione in Milk, tanto per dirne una, che però è un film che non ricorda più nessuno).
Thorondir  04/03/2023 23:52:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Scusami, ma se dici che non capisci "il senso di certi film" e poi ribadisci che non ti è chiaro "il senso dell'operazione commerciale, di quella autoriale, delle scelte registiche, delle scelte di sceneggiatura" francamente a chi discorre con te dai l'impressione proprio di non averci capito nulla. D'altronde mi sembra che lo dici chiaramente. Salto il discorso sugli Oscar che imho valgono praticamente nulla a livello cinematografico e la maggior parte sono letteralmente comprati dalle major/attori/registi con campagne di marketing: mi sembra evidente che non ci sia nessuna operazione commerciale dietro Tar, che altrimenti sarebbe durato molto meno, sarebbe stato meno criptico e via discorrendo. Se vuoi fare un'operazione commerciale non giri Tar a 15 anni di distanza dal tuo ultimo film. Questo è uno di quei film "per pochi" che è tutto cinema e cervello e non piacerà mai al grande pubblico. Come dici giustamente tu, de gustibus. Sul film di Field a me basta ciò che ha detto Scorsese e ciò che dice la critica più affidabile e accreditata.
Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  18/03/2023 11:24:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Per l’ennesima volta, mi è chiarissimo il significato del film, che è espresso in modo piuttosto evidente ed è stato già ampiamente sviscerato in milioni di altri film prima di Tar (che è molto meno criptico di quanto sembri, ad un occhio allenato: lo sono molto di più Bunuel ed Haneke, non certo Todd Field); non mi è chiaro perché lo si sia deciso di girare, che è una cosa diversa. Dopodiché ho sicuramente torto, perché è piaciuto a molti critici stimatissimi, oltre che a te, è vero: ma sono cose che capitano. Dopodiché vedremo quanti tra 2 anni se ne ricorderanno. Ma ti concedo che è un problema di un po’ tutti i film di questa stagione, non vedo nessuno avere le potenzialità per rimanere nel tempo (forse solo EEAAO, ma per motivi diversi rispetto al suo valore assoluto, e Babylon, ma solo per la sua storia travagliata, per Chazelle che è un grande autore e per un paio di scene da storia del cinema).

Comunque direi di finirla qui, abbiamo ampiamente snocciolato gli argomenti e chiarito le posizioni!