Jumpy 7 / 10 30/01/2023 12:38:48 » Rispondi 3 manifesti mi piacque, qui il regista si sposta dalla provincia americana all'Irlanda del primo dopoguerra (visto in originale: parlano un inglese velocissimo e quasi incomprensibile se non si segue con molta attenzione). I paesaggi, bellissimi, fanno da sfondo con un impatto visivo notevole. Anche qui, come in 3 manifesti, in un ambiente apparentemente tranquillo, statico fatto di routine noiosa, di persone profondamente depresse, si rivelano progressivamente scenari inquietanti, drammatici, rapporti personali tesi, dai toni sempre più forti e violenti. L'ho trovato un po' ostico e difficile d seguire, anche per via dei cambi di registro (dall'ironico, grottesco, quasi commedia surreale, al drammatico) che disorientano e confondono, soprattutto nella prima parte. Non mi è piaciuto come 3 manifesti, ma sicuramente merita una visione.
La scelta del violinista, inizialmente assurda, diventa poi comprensibile, dettata dalla paura di star buttando via il proprio tempo e la propria vita, dalla disperazione, dall'angoscia per la guerra di indipendenza che resta sullo sfondo, come uno spettro. L'alternativa è scappare... o il suicidio (come il ragazzo disadattato